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Georg Grosz - artista satirico e pittore comunista - fotografato nel suo studio a Berlino. Grosz fuggì dalla Germania poco dopo la presa del potere da parte dei Nazisti, nel 1933, e fu uno dei primi ai quali il regime tolse la cittadinanza tedesca. Berlino, Germania, 1929.
Gerd Zwienicki mentre studia fuori dall’edificio che ospitava il seminario per insegnanti ebrei a Würzburg, poco prima che fosse chiuso a seguito della Kristallnacht. Würzburg, Germania, 1938.
Gertruda Babilinska con Michael Stolovitzky, un ragazzo ebreo da lei nascosto. Yad Vashem l'ha riconosciuta "Giusta tra le Nazioni". Vilnius 1943.
Giovani ebrei costruiscono una barca nel centro addestramento sionista "HaRishona" (Il Primo). Si stanno preparando ad emigrare in Palestina. Fano, Italia, 1946.
Giovani ebrei frequentano una lezione su come trapiantare delle piantine, parte di un corso generale di agricoltura sponsorizzato dal Comitato di Distribuzione Ebraico Americano, nel campo profughi di Bergen-Belsen. Germania, 1 agosto 1946.
Giovani soldati tedeschi durante la deportazione degli Ebrei dal ghetto di Zychlin al campo di Chelmo. I Nazisti avevano programmato questa deportazione per il giorno della festa religiosa ebraica Purim. Polonia, 3 marzo 1942.
Gli "Ostarbeiter" (lavoratori orientali) erano costituiti per la maggior parte da donne dell'Europa dell'Est mandate ai lavori forzati in Germania. Dovevano portare la scritta "OST" (al centro della foto, in basso) come identificazione. Germania, dopo il 1942.
Gli atleti Jesse Owens, Statunitense, (a destra) e Lutz Long, Tedesco, allo stadio Olimpico. Berlino, Germania, 1936.
Gli imputati e i loro difensori di fronte al Tribunale Militare Internazionale.
Gli imputati, seduti al loro banco, durante il Processo ai Giudici.
La persecuzione degli Ebrei e di altri gruppi era già tra le politiche del governo quando i nazisti salirono al potere nel 1933. Ma, dopo l’invasione tedesca della Polonia avvenuta il 1° settembre 1939, la guerra offrì l’opportunità e la motivazione per l’adozione di politiche naziste più estreme. L’80° anniversario dello scoppio della seconda guerra mondiale è un’occasione per riflettere su alcune domande fondamentali relative al ruolo della guerra. Quali possibilità furono create…
La città ucraina di Odessa fu occupata dalla Romania, alleata della Germania nazista, nell’ottobre del 1941 e vi rimase fino alla primavera del 1944. Le politiche antisemite a Odessa degenerarono rapidamente in omicidi di massa. Nelle prime settimane di occupazione, i rumeni uccisero decine di migliaia di ebrei a Odessa e nei suoi sobborghi. Gli ebrei rimasti furono poi deportati dalla città. La maggior parte fu uccisa tra la fine del 1941 e la prima metà del 1942 in altre zone dei territori occupati…
La Germania nazista perseguitò, brutalizzò e uccise milioni di persone in nome dell’ideologia nazista. In alcuni casi, si servì dell’aiuto e del sostegno dei suoi alleati e collaboratori.
Rappresentazione grafica dei contrassegni dei prigionieri utilizzati nei campi di concentramento tedeschi. Dachau, Germania, 1938-1942 circa. A partire dal 1937-1938, le SS crearono un sistema di codifica dei contrassegni usati per classificare i prigionieri nei campi di concentramento. Cuciti sulle divise, i distintivi colorati identificavano il motivo dell’incarcerazione di un individuo, con alcune variazioni tra i diversi campi. I nazisti usavano questo sistema per illustrare i contrassegni dei…
Ritratto di Willem Arondeus del 1915. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Arondeus, un membro gay della resistenza olandese, partecipò a un attacco agli uffici dell’anagrafe di Amsterdam. Il suo gruppo diede fuoco a diverse migliaia di file nel tentativo di distruggere i documenti governativi relativi a ebrei e altre persone ricercate dai nazisti. Poco dopo l’attacco, la sua squadra fu tradita. I nazisti arrestarono e giustiziarono Arondeus nel 1943. Blaricum, Paesi Bassi, 1915.
Un soldato tedesco sorveglia i prigionieri di guerra sovietici nel campo di Uman, in Ucraina. Charkiv, Unione Sovietica, 14 agosto 1941.
L’antisemitismo è il pregiudizio o l’odio nei confronti del popolo ebraico. Quell’odio fu alla base dell’Olocausto. Ma l’antisemitismo non è iniziato né è finito con l’Olocausto. L’antisemitismo esiste da migliaia di anni. Spesso ha assunto la forma di discriminazione e persecuzione sistematica degli ebrei. L’antisemitismo ha ripetutamente portato a violenze gravi e anche mortali contro il popolo ebraico.
Il “genocidio” è un crimine riconosciuto a livello internazionale. Il termine ha una definizione legale specifica. Si riferisce ad atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso.
Molti europei assistettero ad atti di persecuzione, tra cui la violenza contro gli ebrei e, in seguito, le deportazioni. Anche se è vero che pochi furono pienamente consapevoli delle reali dimensioni della “Soluzione finale”, quel periodo storico pone domande difficili sul comportamento umano e sul contesto in cui si prendono le decisioni individuali. Cercare di comprendere come e perché l’Olocausto sia stato possibile ci pone di fronte a interrogativi difficili sulla società moderna e sulla…
Quando il leader del Partito nazista Adolf Hitler diventò cancelliere tedesco, il 30 gennaio 1933, non esisteva un progetto per il genocidio degli ebrei in quanto “razza”. Dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale, milioni di ebrei si trovarono sotto il controllo nazista. La politica nazista includeva la persecuzione, la ghettizzazione e infine l’omicidio di massa sistematico. Scopri di più sullo sconcertante impiego di risorse e sulla cooperazione richiesta per l’esecuzione della…
L’analisi delle risposte agli eventi avvenuti tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta pone alcune domande sulla responsabilità di intervenire di fronte alla persecuzione e al genocidio in altri Paesi. Approfondisci questo sunto di riflessione per scoprire di più sulle risposte dei leader e dei cittadini, nonché sulle motivazioni e sulle pressioni che li influenzarono.
Lo studio dell’Olocausto pone interrogativi su come il mondo possa riconoscere i segnali che indicano come un Paese sia a rischio di genocidio o di atrocità di massa e reagire di conseguenza. Anche se ogni genocidio è un caso a parte, in molti luoghi in cui si verifica un genocidio ci sono fattori di rischio e segnali ricorrenti. Esamina questa spunto di riflessione per scoprire come identificare tali segnali nel mondo di oggi, nonché come questi segnali si sono manifestati nel caso…
L’immagine mostra la stampa di un ritratto disegnato dall’artista Esther Lurie. Lurie documentò scene della vita nel ghetto di Kovno e con le sue opere contribuì alla creazione degli archivi segreti del ghetto. Il soggetto del ritratto è una donna che indossa un vestito a quadri con due pezzi di stoffa a forma di stella di David. Quella nell’immagine è una stampa del ritratto “Portrait of a Young Girl with Two Yellow Badges” (Ritratto di una giovane donna con due stemmi gialli), che Lurie…
Personale addetto alle opere d’arte nel magazzino del castello di Niederschoenhausen mostrano una sezione dell’opera di Emil Nolde “Das Leben Christi”, che era stata confiscata; 1937. Il regime nazista aveva confiscato l’opera in quanto considerata arte “degenerata”.
Fotografia di Esther Lurie con un amico, Jose, quando erano entrambi studenti all’Istituto d’arte di Bruxelles. I due sono fotografati mentre si godono un drink su una terrazza all’aperto, nei primi anni Trenta. In seguito, quando la guerra era ormai imminente, Lurie lasciò l’Europa. Bruxelles, Belgio, 1931~1933.
Opere d’arte confiscate, tra cui opere di Pablo Picasso, Henri Matisse e Vincent van Gogh, e conservate nel magazzino del castello di Niederschoenhausen. Il regime nazista aveva confiscato le opere in quanto considerate arte “degenerata”.
Il segretario del consiglio ebraico del ghetto di Kovno, Avraham Tory, con Zvi Brik (a sinistra), amministratore del laboratorio, nel cimitero del ghetto di Kovno. Kovno, Lituania, 1943.
“Portrait of Masha Rolnik, Leibisch concentration camp, 1944” di Esther Lurie. L’immagine mostra tre schizzi di Masha Rolnikaite (Rolnik) disegnati da Esther Lurie, intorno al 1965, per la copertina dell’autobiografia di Masha, Ikh muz dertseyin [Devo raccontare]. Gli schizzi sono una riproduzione del ritratto di Masha che Esther disegnò quando entrambe erano prigioniere nel campo di lavoro forzato. Esther Lurie documentò le scene della vita nel ghetto di Kovno e nei campi di lavoro forzato.…
Janusz Korczak (al centro) e Sabina Lejzerowicz (alla sua destra) posano con i bambini e il personale più giovane dell’orfanotrofio di Korczak a Varsavia, 1930~1939. Anche quando furono deportati a Treblinka per essere uccisi, nel 1942, Korczak e il suo personale restarono al fianco dei loro bambini.
Vista dall’esterno dell’orfanotrofio per bambini ebrei gestito da Janusz Korczak. Fondato nel 1912, l’orfanotrofio si trovava al numero 92 di Krochmalna Street a Varsavia, in Polonia. Foto scattata intorno al 1935.
Una delle dieci scatole di metallo in cui furono nascoste e seppellite parti dell’archivio Ringelblum Oneg Shabbat nel ghetto di Varsavia. Le scatole sono attualmente in possesso dell’Istituto di Storia Ebraica a Varsavia.
Jan Karski (in piedi), corriere clandestino del governo polacco in esilio. Nell’autunno del 1942, Karski informò l’Occidente sulle atrocità compiute dai nazisti contro gli ebrei in Polonia. Nella foto Jan Karski ritratto nel suo ufficio a Washington, DC, Stati Uniti, 1944.
Visitatori alla mostra “Arte degenerata” (Entartete Kunst) all’Hofgarten di Monaco, nel luglio del 1937. Tra le altre, nella foto si possono notare le opere di Lovis Corinth e Franz Marc.
Jan Karski, corriere clandestino per il governo polacco in esilio, nell’autunno del 1942 informò l’Occidente sulle atrocità compiute dai nazisti contro gli ebrei in Polonia. Washington, DC, Stati Uniti, 1943.
Jan Karski e il generale Colin Powell alla cerimonia di inaugurazione dell’Holocaust Memorial Museum americano. Washington, DC, 22 aprile 1993.
Ritratto di Janusz Korczak, dottore e scrittore ebreo polacco che dirigeva un orfanotrofio a Varsavia; 1930 circa.
Uno dei bidoni del latte usati dallo storico del ghetto di Varsavia Emanuel Ringelblum per conservare l’archivio segreto del ghetto “Oneg Shabbat”. Questo bidone del latte, identificato con il numero 2, fu dissotterrato al numero 58 di Nowolipki Street, a Varsavia, il 1° dicembre 1950.
Janusz Korczak fu un famoso dottore e scrittore che gestì un orfanotrofio per bambini ebrei a Varsavia dal 1911 al 1942. Korczak e il personale dell’orfanotrofio restarono al fianco dei loro bambini anche quando le autorità tedesche li deportarono a Treblinka nell’agosto del 1942, per ucciderli.
Avraham Tory (1909~2002) prestò servizio come segretario del consiglio ebraico (conosciuto anche come Ältestenrat) nel ghetto di Kovno, in Lituania. Tory tenne un diario dai primi giorni dell’invasione tedesca fino agli ultimi giorni del ghetto. Tory riteneva che fosse fondamentale documentare l’esperienza nel ghetto e conservare gli archivi segreti.
George Kadish (1910~1997) documentò segretamente la vita nel ghetto di Kovno in Lituania. Il risultato costituisce uno dei più importanti archivi fotografici della vita nel ghetto durante l’Olocausto.
Jan Karski era un corriere clandestino del governo polacco in esilio. Jan portò le prove dell’omicidio di massa degli ebrei europei agli Alleati occidentali. Karski denunciò le atrocità naziste nel ghetto di Varsavia e la deportazione degli ebrei nei centri di sterminio.
Durante il loro confinamento nel ghetto, diversi artisti disegnarono e dipinsero ritratti e panorami. Realizzarono anche copie di capolavori d’arte per i supervisori tedeschi e altri funzionari del ghetto. Inoltre, catturarono segretamente scene di violenza e deportazioni. Tra questi artisti ci fu Esther Lurie.
Vista di Zbaszyn, un campo per rifugiati ebrei di nazionalità polacca che erano stati espulsi dalla Germania. I rifugiati ebrei, affamati e infreddoliti, si ritrovarono abbandonati a se stessi al confine con la Polonia la quale aveva rifiutato di ammetterli dopo che erano stati espulsi dalla Germania. Fotografia scattata tra il 28 ottobre 1938 e agosto 1939. Lo storico, attivista politico e funzionario della previdenza sociale Emanuel Ringelblum, residente a Varsavia, passò cinque settimane a Zbaszyn,…
Un paio di scarpe abbandonate dopo una delle deportazioni dal ghetto di Kovno. Il fotografo George Kadish intitolò la foto “The body is gone” (Il corpo se ne è andato). Kovno, Lituania, 1943 circa.
Rovine di un edificio nel ghetto di Kovno, distrutto quando i tedeschi cercarono di obbligare gli ebrei a uscire dai loro rifugi durante la demolizione finale del ghetto. Fotografia di George Kadish. Kovno, Lituania, agosto 1944.
Una scultura in memoria del dottore ebreo polacco Janusz Korczak, posta sulla facciata esterna di un ospedale scolastico a lui intitolato, a Olsztyn, in Polonia.
L‘obiettivo del Programma Eutanasia nazista era di uccidere le persone con disabilità mentali e fisiche. Nella visione nazista, questo sarebbe servito a purificare la razza “ariana” dalle persone considerate geneticamente difettose e un peso per la società.
Emanuel Ringelblum prima della Seconda Guerra Mondiale Ringelblum nacque il 21 novembre 1900 nella cittadina di Buczacz che a quel tempo faceva parte dell’Impero Austro-Ungarico (nel periodi tra le due guerre quella zona si trovava in Polonia; oggi Buczacz fa parte dell’Ucraina). Ringelblum conseguì il dottorato in Storia all’Università di Varsavia nel 1927. A Varsavia, conobbe sua moglie, Yehudis Herman, e nel 1930 ebbero un figlio, che chiamarono Uri. Fin da giovane, Emanuel Ringelblum fece…
I leader nazisti cercarono di controllare la Germania non solo dal punto di vista politico, ma anche culturale. Il regime limitò i tipi di opere d’arte che potevano essere realizzate, messe in mostra e vendute. Nel 1937, il ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels decise di mostrare al pubblico le forme d’arte che il regime non considerava accettabili e organizzò la confisca e la mostra della cosiddetta arte “degenerata”.
L’analisi delle risposte degli americani al nazismo tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta pone alcuni interrogativi sulla responsabilità di intervenire in risposta alla persecuzione e al genocidio in altri Paesi. Quando Hitler prese il potere nel 1933, gli americani avevano già accesso a informazioni sulla persecuzione degli ebrei e di altri gruppi da parte della Germania nazista. Anche se alcuni americani protestarono contro il nazismo, non ci fu un impegno prolungato e a livello nazionale negli…
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