Esplora una lista in odine alfabetico di oggetti risalenti all'Olocausto e alla Seconda Guerra Mondiale. Ogni oggetto racconta una storia su quel periodo storico e illustra l'esperienza umana di quel periodo.
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Il General-maggiore delle SS Juergen Stroop, comandante delle forze tedesche che soffocarono la rivolta del ghetto di Varsavia, raccolse in un album fotografie e altri materiali di quel periodo. Questo album, più tardi chiamato "Rapporto Stroop", fu introdotto come prova a carico durante i processi di Norimberga. In questa foto si vede la copertina con il timbro del Tribunale Militare Internazionale (IMT, International Military Tribunal).
Una giacca a righe grigie e blu proveniente dal campo di concentramento di Flossenbürg. La lettera "P" sul lato sinistro anteriore della giacca indica che era indossata da un prigioniero polacco non-ebreo. La "P" sta appunto per Polacco (Pole, in tedesco). La giacca fu donata al Museo dell'Olocausto statunitense dal prigioniero che la indossava, Julian Noga..
Abraham Lewent indossava questa giacca come parte dell'uniforme consegnatagli al suo arrivo nel campo di concentramento di Buchenwald, nel 1944. Abraham fu prima deportato dal ghetto di Varsavia al campo di Maidanek e successivamente trasferito in diversi altri campi in Germania. .
Questa gonna in taffetà e cotone risale agli anni '20. Apparteneva a una donna Rom (Zingara) nata a Francoforte e vissuta in Germania prima della guerra. Arrestata dai Nazisti, venne internata prima ad Auschwitz e poi a Ravensbrück, Mauthausen e Bergen-Belsen, dove morì nel marzo 1945, poco prima che il campo venisse liberato. Anche suo marito e due dei suoi sei figli furono uccisi in campo di concentramento.
Libri antisemiti per bambini, pubblicati nel 1936 a Norimberga, in Germania. Il titolo, in tedesco, tradotto letteralmente significa: "Ci si può fidare di una volpe nella brughiera come della parola di un Ebreo: un volume illustrato per giovani e adulti". La copertina ritrae una volpe nella brughiera e la caricatura di un Ebreo che presta giuramento.
Questo zaino marrone venne usato da Ruth Berkowitz per trasportare i suoi averi durante la fuga che da Varsavia doveva portarla in Giappone, attraverso la Lituania e l'Unione Sovietica. I Nazisti, prima, e i Sovietici, poi, le confiscarono però la maggior parte del contenuto durante il viaggio. [Dalla Mostra "Fuga e Soccorso" organizzata dal Museo Americano dell'Olocausto.]
Un set di "tefillin" (filatteri) contenuti in una borsa ricamata. I filatteri sono oggetti rituali indossati dagli Ebrei osservanti, durante le preghiere del mattino. Questo set fu trovato sul cadavere di una vittima di una "marcia della morte", sepolto nei pressi di Regensburg, in Germania.
Le pagine qui riportate provengono da un libro delle preghiere in ebraico distrutto durante la Notte dei Cristalli (Kristallnacht), il pogrom che ebbe luogo tra il 9 e 10 novembre 1938. Queste pagine vennero danneggiate dal fuoco durante la distruzione della sinagoga di Bobenhausen (Germania). La comunità ebraica di Giessen le ha donate al Museo dell'Olocausto americano nel 1989.
Un pass d'accesso alla galleria del Tribunale Militare Internazionale di Norimberga. Questi pass venivano spesso condivisi da diverse persone che poterono così assistere ad alcune delle sessioni di quei processi storici.
Nel novembre del 1944, dopo che le SS l'avevano trasferita da Auschwitz ai lavori forzati in una fabbrica di velivoli di Friburgo (Germania), Yona Wygocka Dickmann realizzò questo pettine in alluminio usando pezzi di aeroplano. Yona iniziò a utilizzare il pettine quando i suoi capelli, che erano stati rasati a zero ad Auschwitz, cominciarono a ricrescere.
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