Esplora una lista in odine alfabetico di oggetti risalenti all'Olocausto e alla Seconda Guerra Mondiale. Ogni oggetto racconta una storia su quel periodo storico e illustra l'esperienza umana di quel periodo.
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La Bibbia di famiglia raffigurata in questa fotografia apparteneva a André Trocme, pastore protestante a Le Chambon-sur-Lignon, in Francia; essa contiene, tra l'altro, i suoi appunti per i sermoni. Durante la guerra Trocme e i suoi compaesani aiutarono gli Ebrei, specialmente bambini, a nascondersi dai Tedeschi. Il loro intervento salvò migliaia di rifugiati, di cui circa 5.000 erano Ebrei. Parte del testo in francese che si legge qui, scritto da Trocme, dice: "Beati coloro che hanno fame e sete di…
Il General-maggiore delle SS Juergen Stroop, comandante delle forze tedesche che soffocarono la rivolta del ghetto di Varsavia, raccolse in un album fotografie e altri materiali di quel periodo. Questo album, più tardi chiamato "Rapporto Stroop", fu introdotto come prova a carico durante i processi di Norimberga. In questa foto si vede la copertina con il timbro del Tribunale Militare Internazionale (IMT, International Military Tribunal).
Una giacca a righe grigie e blu proveniente dal campo di concentramento di Flossenbürg. La lettera "P" sul lato sinistro anteriore della giacca indica che era indossata da un prigioniero polacco non-ebreo. La "P" sta appunto per Polacco (Pole, in tedesco). La giacca fu donata al Museo dell'Olocausto statunitense dal prigioniero che la indossava, Julian Noga..
Abraham Lewent indossava questa giacca come parte dell'uniforme consegnatagli al suo arrivo nel campo di concentramento di Buchenwald, nel 1944. Abraham fu prima deportato dal ghetto di Varsavia al campo di Maidanek e successivamente trasferito in diversi altri campi in Germania. .
Questa gonna in taffetà e cotone risale agli anni '20. Apparteneva a una donna Rom (Zingara) nata a Francoforte e vissuta in Germania prima della guerra. Arrestata dai Nazisti, venne internata prima ad Auschwitz e poi a Ravensbrück, Mauthausen e Bergen-Belsen, dove morì nel marzo 1945, poco prima che il campo venisse liberato. Anche suo marito e due dei suoi sei figli furono uccisi in campo di concentramento.
Libri antisemiti per bambini, pubblicati nel 1936 a Norimberga, in Germania. Il titolo, in tedesco, tradotto letteralmente significa: "Ci si può fidare di una volpe nella brughiera come della parola di un Ebreo: un volume illustrato per giovani e adulti". La copertina ritrae una volpe nella brughiera e la caricatura di un Ebreo che presta giuramento.
Questo zaino marrone venne usato da Ruth Berkowitz per trasportare i suoi averi durante la fuga che da Varsavia doveva portarla in Giappone, attraverso la Lituania e l'Unione Sovietica. I Nazisti, prima, e i Sovietici, poi, le confiscarono però la maggior parte del contenuto durante il viaggio. [Dalla Mostra "Fuga e Soccorso" organizzata dal Museo Americano dell'Olocausto.]
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