I Tedeschi invasero la Polonia nel settembre del 1939. Quando Makow venne occupata, Sam fuggì in territorio sovietico e tornò poi a Makow alla ricerca di provvigioni, ma fu costretto a rimanere nel ghetto; infine, nel 1942 venne deportato ad Auschwitz. Due anni più tardi, di fronte all'avanzare dell'esercito sovietico, Sam e altri prigionieri vennero mandati nei campi di concentramento che si trovavano in Germania. All'inizio del 1945, i prigionieri vennero costretti a una marcia della morte, ma più tardi, le forze americane liberarono Sam dopo che questi era scappato approfittando di un bombardamento.
Espandi l’immagineAbraham crebbe a Cestochowa, Polonia, dove divenne barbiere. Nel 1942 venne deportato con la sua famiglia dal ghetto di Cestochowa al campo di sterminio di Treblinka, dove venne destinato ai lavori forzati, che per lui consistevano nel tagliare i capelli alle donne, prima che entrassero nelle camere a gas, e a selezionare gli indumenti dei convogli appena arrivati al campo. Abraham riuscì a fuggire dal campo nel 1943 e a tornare a Cestochowa, dove più tardi fu nuovamente costretto in un campo di lavoro dal giugno 1943 fino alla liberazione, avvenuta ad opera delle truppe sovietiche nel 1945.
Espandi l’immagineAbraham crebbe a Cestochowa, Polonia, dove divenne barbiere. Nel 1942 venne deportato con la sua famiglia dal ghetto di Cestochowa al campo di sterminio di Treblinka, dove venne destinato ai lavori forzati, che per lui consistevano nel tagliare i capelli alle donne, prima che entrassero nelle camere a gas, e a selezionare gli indumenti dei convogli appena arrivati al campo. Abraham riuscì a fuggire dal campo nel 1943 e a tornare a Cestochowa, dove più tardi fu nuovamente costretto in un campo di lavoro dal giugno 1943 fino alla liberazione, avvenuta ad opera delle truppe sovietiche nel 1945.
Espandi l’immagineAbraham crebbe a Cestochowa, Polonia, dove divenne barbiere. Nel 1942 venne deportato con la sua famiglia dal ghetto di Cestochowa al campo di sterminio di Treblinka, dove venne destinato ai lavori forzati, che per lui consistevano nel tagliare i capelli alle donne, prima che entrassero nelle camere a gas, e a selezionare gli indumenti dei convogli appena arrivati al campo. Abraham riuscì a fuggire dal campo nel 1943 e a tornare a Cestochowa, dove più tardi fu nuovamente costretto in un campo di lavoro dal giugno 1943 fino alla liberazione, avvenuta ad opera delle truppe sovietiche nel 1945.
Espandi l’immagineRuth aveva quattro anni quando i Tedeschi invasero la Polonia e occuparono Ostroviec. La sua famiglia fu obbligata a trasferirsi nel ghetto e i Tedeschi sequestrarono lo studio fotografico del padre, anche se gli venne permesso di continuare a lavorare al di fuori del quartiere. Prima che il ghetto venisse liquidato, i genitori di Ruth riuscirono a trovare un nascondiglio per sua sorella e un impiego per loro in un campo di lavoro fuori dal ghetto. Anche Ruth venne poi nascosta, alternativamente all'interno del campo o nei boschi che lo circondavano. Quando anche quel campo di lavoro venne liquidato, i genitori di Ruth vennero separati. Ruth venne mandata in diversi campi di concentramento prima di venire definitivamente deportata ad Auschwitz. Dopo la guerra, Ruth visse in un orfanotrofio di Cracovia fino a quando poté riunirsi a sua madre.
Espandi l’immagineLa famiglia di Miso abitava a Topol'cany, che nel 1939 cadde sotto il controllo della Guardia Hilinka (i Fascisti Slovacchi). Nel 1942, Miso fu deportato prima nel campo di concentramento di Novaky, che era amministrato dai cecoslovacchi, e più avanti, nello stesso anno, ad Auschwitz, in Polonia. Qui venne selezionato per i lavori forzati e assegnato in un primo momento al complesso di Buna e successivamente al distaccamento "Kanada" di Birkenau, con il compito di scaricare i treni in arrivo. All'avanzare degli Alleati, alla fine della 1944, i prigionieri vennero trasferiti in altri campi in Germania. Miso fuggì durante una marcia della morte partita da Landsberg e venne poi liberato dalle forze americane.
Espandi l’immagineTomasz era nato a Izbica da genitori ebrei. Dopo lo scoppio della guerra, nel settembre 1939, i Tedeschi istituirono un ghetto anche a Izbica. Tomasz lavorava per un'officina e ciò lo salvò dai rastrellamenti, almeno inizialmente. Nel 1942 egli cercò di fuggire in Ungheria, usando falsi documenti; venne catturato, ma riuscì a ritornare a Izbica. Nell'aprile del 1943 lui e la sua famiglia vennero deportati a Sobibor da dove Tomasz scappò durante la rivolta. Da lì, egli entrò in clandestinità e lavorò poi per la Resistenza polacca.
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