La famiglia di Miso abitava a Topol'cany, che nel 1939 cadde sotto il controllo della Guardia Hilinka (i Fascisti Slovacchi). Nel 1942, Miso fu deportato prima nel campo di concentramento di Novaky, che era amministrato dai cecoslovacchi, e più avanti, nello stesso anno, ad Auschwitz, in Polonia. Qui venne selezionato per i lavori forzati e assegnato in un primo momento al complesso di Buna e successivamente al distaccamento "Kanada" di Birkenau, con il compito di scaricare i treni in arrivo. All'avanzare degli Alleati, alla fine della 1944, i prigionieri vennero trasferiti in altri campi in Germania. Miso fuggì durante una marcia della morte partita da Landsberg e venne poi liberato dalle forze americane.
Ma il campo... quello era proprio la fabbrica della morte, davvero. Birkenau aveva quattro crematori, due camere a gas... cioè ... due crematori da una parte della strada, due camere a gas ... cioè due crematori dall'altra parte della strada. I binari della ferrovia finivano proprio vicino ai crematori e tutto il campo poteva vedere. Si potevano vedere le fiamme—non solo il fumo—si vedevano le fiamme uscire dal camino. E poi, ovviamente, quando bruciavano i "Muselmaenner", cioè quelli che erano praticamente solo più degli scheletri, allora si vedeva solo il fumo. Ma quando invece erano persone che avevano ancora un po' di grasso addosso allora c'erano anche le fiamme.
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