Il Diario di Anna Frank
Per molti di noi il Diario di Anna Frank rappresenta la prima, e a volte unica, testimonianza diretta dell’Olocausto. Scritto meticolosamnete durante i due anni vissuti in clandestinità, il diario rimane una delle opere più lette al mondo. Anna è diventata il simbolo delle promesse perdute con la morte di oltre un milione di bambini ebrei durante l'Olocausto.
Eventi principali
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Esistono diverse versioni del diario. Anna stessa modificò una versione del diario, nella speranza di pubblicarla dopo la guerra.
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IL Diario di Anna Frank fu pubblicato postumo nel 1947 ed è stato tradotto in quasi 70 lingue.
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Il Diario diventò famoso dopo che venne adattato per il palcoscenico, nel 1955.
Le origini del Diario
Anna Frank e la sua famiglia fuggirono dalla Germania quando i Nazisti salirono al potere, nel 1933, e si stabilirono in Olanda dove il padre, Otto, aveva relazioni professionali. I Tedeschi occuparono Amsterdam nel maggio del 1940 e due anni dopo le autorità tedesche, con l'aiuto dei collaborazionisti olandesi, cominciarono i rastrallamenti e poi la deportazione degli Ebrei nei campi di sterminio.
Nel luglio del 1942, Anna, sua sorella Margot, la madre Edith e il padre decisero di nascondersi, trasferendosi in un appartamento segreto costruito all'interno dell'ufficio di proprietà del'azienda di famiglia, al 263 di via Prinsengracht. Più tardi, altri quattro Ebrei olandesi si unirono alla famiglia Frank.
Durante quel periodo, Anna tenne un diario nel quale raccontò le sue paure, le sue speranze, e le sue esperienze. Anna aveva ricevuto il suo primo diario il giorno del suo tredicesimo compleanno, il 12 giugno 1942. Quel giorno, Anna scrisse:
Spero che potrò confirdarmi con te come non sono mai riuscita a confidarmi con nessuno prima d'ora, e spero che mi sarai di grande aiuto e grande conforto.
Immagino vorrai sapere cosa si prova a vivere nascosti; beh, tutto quello che ti posso dire è che non lo so nemmeno io, per adesso. Non credo mi sentirò mai veramente a casa, in questo posto, ma non vuol dire che lo detesti... è più come se fossi in vacanza in una pensione molto strana. Un modo forse un po' pazzo di considerare la vita in clandestinità, ma è così che la vedo io.
[11 luglio 1942]
Il fatto che non possiamo mai uscire mi disturba tantissimo, ma ho anche paura che verremo scoperti e fucilati, una prospettiva non molto allettante, ovviamente.
[11 luglio 1942]
Anna scrisse anche delle novelle, delle fiabe e dei saggi. Nel suo diario, parla dei "figli nati dalla sua penna", cioè i suoi scritti. Il 2 settembre 1943, cominciò a ricopiarli meticolosamente in un quaderno al quale aggiunse anche un indice per farlo sembrare un vero libro. Lo intitolò "Storie dell'Alloggio Segreto". Qualche volta leggeva una delle sue storie agli altri ospiti del nascondiglio. Anna scrisse anche della sua intenzione di inviare una delle sue fiabe a una rivista olandese. In molte occasioni, Anna espresse il desiderio di diventare scrittrice o giornalista.
Il 28 marzo 1944, attraverso un messaggio radiofonico il governo olandese in esilio chiese agli Olandesi di tenere diari, lettere e altri scritti che documentassero la vita durante l'occupazione tedesca. In seguito a quell'annuncio, Anna cominciò la revisione del suo diario, con la speranza di poterlo pubblicare a guerra finita con il titolo "L'Appartamento Segreto". A partire dal 20 maggio 1944 e fino al giorno dell'arresto, il 4 agosto dello stesso anno, Anna trasferì circa due terzi del suo diario dai quaderni originali a fogli sparsi, facendo molti cambiamenti.
Immagina come sarebbe interessante se pubblicassi una versione romanzata dell'"Appartamento Segreto". Il titolo farebbe sicuramente pensare a un romanzo giallo. Ma, seriamente, sarebbe piuttosto buffo se, dieci anni dopo la guerra, noi Ebrei parlassimo di come abbiamo vissuto e di cosa abbiamo mangiato o di cosa abbiamo parlato mentre vivevamo qui. Anche se ti dico tante cose, sai ancora solo una piccola parte di com'è la nostra vita. [29 marzo 1944]
Il 17 aprile 1944, Anna cominciò a scrivere quello che sarebbe diventato il suo ultimo diario. Nelle prime pagine, scrive di se stessa: "Il motto dell'autrice è: Gioia di vivere è ciò di cui l'uomo ha bisogno!" Alcuni mesi più tardi, lei e gli altri abitanti dell'alloggio segreto festeggiarono l'invasione della Francia da parte degli Alleati, che iniziò il 6 giugno 1944. Erano sicuti che la guerra sarebbe finita presto.
Il 4 agosto 1944, Anna, la sua famiglia, e gli altri occupanti del nascondiglio furono arrestati da ufficiali della polizia olandese e tedesca. L'ultima pagina del diario fu scritta il primo agosto 1944:
Non posso costruire le mie speranze su fondamenta fatte di confusione, tristezza e morte. Vedo che il mondo si sta gradualmente trasformando in un luogo selvaggio, sento il tuono che si avvicina inesorabile e ci distruggerà tutti. Sento le sofferenze di milioni, ma ciononostante, se guardo il cielo, sento che tutto andrà bene, alla fine, che tutta questa crudeltà finirà, e la pace e la tranquillità torneranno. Nel frattempo, devo mantenere i miei ideali perché forse verrà il tempo in cui potrò realizzarli.
tua, Anna M. Frank,
Il diario sopravvive
La famiglia Frank e le altre quattro persone nascoste con loro vennero scoperte dalla Gestapo (la polizia segreta tedesca) il 4 agosto 1944. Un ufficiale della Gestapo e due agenti della polizia olandese arrestarono i Frank lo stesso giorno. Poco tempo dopo, la famiglia fu trasferita nel campo di transito di Westerbork e poi mandata ai campi di concentramento.
La madre di Anna, Edith, morì ad Auschwitz nel gennaio del 1945. Anna e sua sorella Margot perirono entrambe di tifo a Bergen-Belsen nel marzo dello stesso anno. Il padre, Otto, sopravvisse alla guerra dopo che i Sovietici liberarono Auschwitz il 27 gennaio 1945.
Otto Frank più tardi descrisse il momento in cui i Nazisti entrarono nell'appartamento segreto in cui la famiglia si era nascosta. Disse che uno degli ufficiali delle SS trovò un raccoglitore e chiese se contenesse gioielli. Quando Otto Frank rispose che conteneva solo carte, l'SS gettò le carte (e il diario di Anna Frank) sul pavimento, allontanandosi con l'argenteria e un candelabro riposti in una valigetta. "Se avesse preso il diario" sottolineò Otto Frank, "nessuno avrebbe mai sentito parlare di mia figlia".
Miep Gies, uno degli Olandesi che nascose i Frank durante l'Olocausto, preservò gli scritti di Anna, inclusi i diari. Miep restituì gli scritti a Otto Frank il giorno in cui seppe della morte di entrambe le figlie. Otto organizzò le carte e lavorò senza tregua fino a quando il diario non venne pubblicato, per la prima volta nel 1947 in Olandese. La prima edizione negli Stati Uniti apparve nel 1952.
Il Diario di Anna Frank diventò un bestseller dopo che fu adattato per il palcoscenico, nel 1955, vincendo il Premio Pulitzer l'anno seguente.
Esistono tre versioni del diario. La prima è esattamente come Anna l'aveva scritta tra il giugno 1942 e l'agosto 1944. Anna aveva sperato di pubblicare un libro basato sui suoi ricordi, specialmente dopo che un funzionario olandese aveva annunciato nel 1944 l'intenzione di raccogliere le testimoninaze dirette dell'occupazione tedesca. Successivamente, cominciò la revisione del suo lavoro, eliminando alcune parti. Quella diventò la seconda versione. Dopo la guerra, suo padre creò una terza versione, con ulteriori modifiche, con l'intento di farla pubblicare.
Questa terza versione è la più conosciuta. Non tutte le versioni contengono le critiche di Anna alla madre o i riferimenti alle sue prime curiosità nella sfera sessuale -- questi ultimi, in particolare, avrebbero certamente causato polemiche nel 1947.
La casa dove i Frank si nascosero ad Amsterdam continua a richiamare un grande flusso di visitatori. Conosciuta oggi come la casa di Anna Frank, è stata visitata da più di un milione e duecentomila persone nel 2017.