Josef Mengele
Il medico delle SS Josef Mengele condusse esperimenti medici disumani, e spesso mortali, sui prigionieri di Auschwitz. Divenne il medico nazista più famoso per i suoi esperimenti condotti nel campo. Mengele fu soprannominato “angelo della morte”. Spesso viene ricordato per la sua presenza sulla rampa di selezione di Auschwitz.
Eventi principali
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Mengele si servì della teoria razziale nazista per giustificare un’ampia gamma di esperimenti condotti su ebrei e rom (“zingari”).
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Molte delle persone sottoposte a tali esperimenti ad Auschwitz morirono a causa delle procedure. In alcuni casi, gli esperimenti prevedevano proprio la morte.
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Dopo la guerra, Mengele scappò in Sud America per sfuggire alla giustizia. Morì nel 1979 in Brasile.
Introduzione
Josef Mengele è una delle figure più famose dell’Olocausto. Il suo operato ad Auschwitz e gli esperimenti medici che vi condusse lo hanno reso famoso per i crimini che commise nel campo. La vita di Mengele dopo la guerra, che egli trascorse nascondendosi, è diventata l’esempio del fallimento internazionale di portare i responsabili dei crimini nazisti davanti alla giustizia.
A causa delle sue azioni abominevoli, Mengele è diventato oggetto di molti libri, film e programmi televisivi famosi. Molte di queste rappresentazioni, però, hanno presentato fatti distorti in relazione ai crimini di Mengele e lo hanno posto fuori dal contesto storico. Alcuni lo hanno raffigurato come uno scienziato pazzo che condusse esperimenti sadici senza alcuna base scientifica.
La verità su Mengele è ancora più inquietante: era un medico e un ricercatore altamente qualificato, nonché un veterano di guerra pluridecorato. Nel suo campo godeva di grande rispetto e lavorava per uno degli istituti di ricerca leader del settore in Germania. Gran parte del suo lavoro di ricerca ad Auschwitz aiutò il lavoro di altri scienziati tedeschi. Fu uno delle decine di ricercatori biomedici che condussero esperimenti sui prigionieri nei campi di concentramento nazisti. Inoltre, fu uno dei tanti medici professionisti che si occuparono della selezione delle vittime da uccidere nelle camere a gas ad Auschwitz.
Mengele agì secondo le norme della scienza tedesca sotto il regime nazista. I suoi crimini rappresentano il pericolo estremo posto dalla scienza quando è messa al servizio di un’ideologia che nega i diritti, la dignità e persino l’umanità di determinati gruppi di persone.
Mengele prima di Auschwitz
Josef Mengele nacque il 16 marzo 1911 nella città di Günzburg in Baviera, Germania. Era il figlio maggiore di Karl Mengele, un produttore benestante di attrezzature agricole.
Mengele studiò medicina e antropologia fisica presso diverse università. Nel 1935, vinse un dottorato di ricerca in antropologia fisica all’Università di Monaco. Nel 1936, Mengele superò l’esame di stato di medicina.
Nel 1937, Mengele iniziò a lavorare presso l’Istituto per la Biologia Ereditaria e l’Igiene Razziale a Francoforte, in Germania, dove fu assistente del direttore, il Dott. Otmar von Verschuer. Verschuer era un genetista leader nel settore, famoso per le sue ricerche sui gemelli. Sotto la guida di Verschuer, Mengele completò un secondo dottorato nel 1938.
L’adozione dell’ideologia nazista
Mengele non sostenne attivamente il partito nazista prima che salisse al potere. Tuttavia, nel 1931, si unì allo Stahlhelm, il gruppo paramilitare di un altro partito di destra, il Partito Popolare Nazionale tedesco. Con l’assorbimento dello Stahlhelm nel 1933, Mengele diventò un membro delle SA naziste, ma cessò di partecipare attivamente nel 1934.
Durante il suo periodo universitario, tuttavia, Mengele sposò la teoria della scienza razziale, la falsa teoria del razzismo biologico. Credeva che i tedeschi fossero biologicamente diversi e superiori rispetto alle persone di tutte le altre razze. La scienza razziale era un principio fondamentale dell’ideologia nazista. Hitler si servì della scienza razziale per giustificare la sterilizzazione forzata di persone con alcune malattie fisiche o mentali o affette da deformazioni fisiche. Le Leggi razziali di Norimberga, che vietavano il matrimonio tra tedeschi ed ebrei, neri o rom, si basavano sulla scienza razziale.
Nel 1938, Mengele si unì al partito nazista e alle SS. Nell’ambito del suo lavoro come scienziato, cercò di sostenere l’obiettivo nazista di mantenere e aumentare la presunta superiorità della “razza” tedesca. Il superiore e mentore di Mengele, Verschuer, aveva sposato a sua volta la tesi del razzismo biologico. Oltre a condurre ricerche, Verschuer e il suo staff, tra cui Mengele, fornivano opinioni, in qualità di esperti, alle autorità naziste che dovevano determinare se le persone erano tedesche in base alle Leggi di Norimberga. Mengele e i suoi colleghi inoltre avevano il compito di valutare i tedeschi con condizioni mentali o fisiche per decidere se fossero da sottoporre alla sterilizzazione forzata o se dovesse essergli vietato il matrimonio in base alla legge tedesca.
Servizio sul fronte orientale
Nel giugno del 1940, Mengele fu arruolato nell’esercito tedesco (Wehrmacht). Un mese dopo, iniziò il volontariato nel servizio medico delle Waffen-SS (la divisione militare delle SS). All’inizio, lavorò per l’Ufficio centrale per la razza e le colonie delle SS (RuSHA), nella Polonia occupata dai tedeschi. Il suo compito nell’ufficio era valutare i criteri e i metodi usati dalle SS per determinare se le persone che dichiaravano di essere di discendenza tedesca fossero idonee, sia dal punto di vista razziale che da quello fisico, ad essere qualificate come tedesche.
Verso la fine del 1940, Mengele fu assegnato al Battaglione Ingegneri della Divisione SS “Wiking” come ufficiale medico. Per circa 18 mesi a partire da giugno 1941, assistette a combattimenti brutali sul fronte orientale. Inoltre, nelle prime settimane dell’attacco della Germania all’Unione sovietica, la divisione di Mengele fece una carneficina di migliaia di civili ebrei. Il servizio prestato da Mengele sul fronte orientale gli valse la Croce di ferro, di seconda e prima classe, e la promozione a capitano delle SS (SS-Hauptsturmführer).
Nel gennaio del 1943, Mengele tornò in Germania. In attesa di essere nuovamente assegnato al suo successivo incarico per le Waffen-SS, iniziò a lavorare di nuovo per il suo mentore Verschuer, il quale era diventato di recente il direttore dell’Istituto Kaiser Wilhelm per l’antropologia, la genetica umana e l’eugenetica (KWI-A) a Berlino.
Assegnazione ad Auschwitz
Il 30 maggio del 1943, le SS assegnarono Mengele al campo di Auschwitz. Ci sono prove del fatto che fu lo stesso Mengele a richiedere di essere assegnato ad Auschwitz. Mengele lavorò come uno dei medici del campo ad Auschwitz-Birkenau. Auschwitz-Birkenau era il più grande campo di Auschwitz e serviva anche come centro di sterminio degli ebrei deportati da tutta Europa. Tra i suoi compiti, Mengele era responsabile del campo Zigeunerlager di Birkenau (letteralmente, “Campo degli zingari”). A partire dal 1943, circa 21.000 uomini, donne e bambini rom (a cui si faceva riferimento con il nome peggiorativo Zigeuner ossia “zingari”) furono deportati ad Auschwitz e imprigionati nel Zigeunerlager. Quando il campo venne liquidato il 2 agosto del 1944, Mengele partecipò alla selezione dei 2.893 prigionieri rom destinati all’uccisione nelle camere a gas di Birkenau. Poco tempo dopo, fu nominato responsabile medico della sezione del complesso di Auschwitz chiamata Auschwitz-Birkenau o Auschwitz II. Nel novembre del 1944, fu assegnato all’ospedale di Birkenau per le SS.
“Angelo della morte”: selezione dei prigionieri da uccidere
Tra i compiti del personale medico di Auschwitz c’erano le cosiddette selezioni, il cui scopo era identificare le persone che non erano in grado di lavorare. Le SS consideravano tali persone inutili e quindi le uccidevano subito. Quando i convogli di ebrei arrivavano a Birkenau, il personale medico del campo selezionava gli adulti fisicamente abili ai lavori forzati nei campi di concentramento. Chi non veniva selezionato per i lavori forzati, tra cui bambini e anziani, veniva ucciso nelle camere a gas.
I medici del campo di Auschwitz e altri campi di concentramento eseguivano inoltre selezioni periodiche nelle infermerie e nelle baracche del campo. Tali selezioni avevano lo scopo di identificare i prigionieri feriti o troppo malati o troppo deboli per poter lavorare. Le SS usavano diversi metodi per uccidere i prigionieri, tra cui le iniezioni letali o la gassificazione. Mengele si occupò regolarmente di tali selezioni a Birkenau e per questo alcuni prigionieri lo avevano soprannominato “l’angelo della morte”. La prigioniera Gisella Perl, una ginecologa ebrea a Birkenau, più tardi ricordò di come l’arrivo di Mengele nell’infermeria delle donne terrorizzasse le prigioniere:
Avevamo paura di quelle visite più di ogni altra cosa, perché [. . .] non sapevamo mai se ci sarebbe stato concesso di vivere [ . . . .] era libero di fare tutto quello che voleva con noi.
Citazione dal diario di Gisella Perl, Ero una dottoressa di Auschwitz.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Mengele divenne famoso per le azioni compiute ad Auschwitz grazie ai racconti di medici prigionieri che avevano lavorato sotto di lui e dei prigionieri sopravvissuti ai suoi esperimenti medici.
Mengele fu uno dei 50 medici che prestarono servizio ad Auschwitz, ma non fu né il dottore più alto in grado né ebbe mai altri medici sotto il suo comando. Nonostante ciò, il suo nome è sicuramente il più conosciuto tra tutti i medici che lavorarono ad Auschwitz. Uno dei motivi è il fatto che Mengele era spesso presente sulla rampa dove avvenivano le selezioni. Anche quando Mengele non era incaricato delle selezioni, spesso era comunque presente sulla rampa per cercare tra i prigionieri coppie di gemelli per i suoi esperimenti e medici per l’infermeria di Birkenau. Di conseguenza, molti sopravvissuti che al loro arrivo ad Auschwitz furono sottoposti al processo di selezione credevano di essere stati selezionati da Mengele. Tuttavia, Mengele si occupava delle selezioni con la stessa frequenza dei suoi colleghi.
Ricerche biomediche ad Auschwitz
Le SS autorizzarono i ricercatori biomedici tedeschi a condurre esperimenti perlomeno immorali e spesso letali sui prigionieri dei campi di concentramento. Auschwitz fornì anche prigionieri per gli esperimenti umani condotti in diversi altri campi. Inoltre, servì come luogo per diversi esperimenti umani. Questo era dovuto al numero di prigionieri inviati al campo. Le SS inviarono ad Auschwitz 1,3 milioni di uomini, donne e bambini di diverse origini nazionali ed etniche. Di conseguenza, i ricercatori, che avevano bisogno di soggetti umani che rispondessero a criteri specifici, potevano trovarli più facilmente ad Auschwitz che in altri campi.
Mengele fu uno dei tanti medici delle SS che condussero esperimenti sui prigionieri di Auschwitz. Tra questi medici c’erano:
- Eduard Wirths, il medico capo ad Auschwitz;
- Carl Clauberg, un rinomato specialista per il trattamento della sterilità;
- Horst Schumann, che si occupò della gassificazione di migliaia di pazienti con disabilità nell’ambito del programma nazista Eutanasia;
- il medico delle SS Helmut Vetter, che condusse test farmacologici per la società affiliata di Bayer, IG Farben, sui prigionieri dei campi di concentramento di Dachau, Auschwitz e Gusen;
- Johann Paul Kremer, un professore di anatomia.
Questi medici consideravano la loro assegnazione ad Auschwitz come un’opportunità per fare carriera.
Tipi di esperimenti condotti
Gli esperimenti condotti nei campi di concentramento comportarono la mutilazione permanente di molte vittime o la loro morte. In alcuni casi, la morte delle vittime era il risultato voluto dall’esperimento. Il personale medico che si occupava degli esperimenti ad Auschwitz non richiedeva il consenso dei prigionieri né li informava del trattamento e dei possibili effetti collaterali. I tipi di esperimenti condotti ad Auschwitz includevano:
- Test di metodi di sterilizzazione di massa;
- Procurare ferite ai prigionieri o infettarli con malattie per studiarne gli effetti e testare le cure;
- Esecuzione di operazioni chirurgiche e procedure non necessarie sui pazienti a scopo di ricerca e per formare il personale medico;
- Uccisione e dissezione dei prigionieri per la ricerca antropologica e medica;
- Gli esperimenti specifici di Mengele ad Auschwitz.
Al di fuori dei suoi compiti regolari ad Auschwitz, Mengele condusse anche ricerche ed esperimenti sui prigionieri. Il suo mentore, Verschuer, forse pianificò l’assegnazione di Mengele ad Auschwitz proprio allo scopo di sostenere la ricerca dell’Istituto Kaiser Wilhelm per l’antropologia, la genetica umana e l’eugenetica (KWI-A). Durante il suo periodo ad Auschwitz, Mengele inviò ai suoi colleghi in Germania sangue, arti e altre parti anatomiche, organi, scheletri e feti, tutti provenienti dai prigionieri di Auschwitz. Mengele collaborò ai progetti di ricerca dei suoi colleghi conducendo studi ed esperimenti per loro usando i prigionieri.
Oltre al suo lavoro per l’Istituto KWI-A, Mengele condusse anche esperimenti personali sui prigionieri di Auschwitz. La sua speranza era di pubblicare i risultati e ottenere le credenziali per qualificarsi per una cattedra all’università.
Nel corso del suo servizio ad Auschwitz, Mengele utilizzò alcune baracche per creare una sorta di centro di ricerca. Selezionò il suo staff tra i prigionieri che appartenevano alla professione medica. Mengele fu in grado di ottenere strumenti e attrezzature avanzate per le sue ricerche e anche di creare addirittura un laboratorio di patologia.
Obiettivi della ricerca
La ricerca personale di Mengele e la ricerca condotta per l’Istituto KWI-A si concentravano principalmente su come i geni si sviluppano in tratti fisici e mentali specifici. Se condotta eticamente, rappresenta una ricerca legittima e importante nel campo della genetica. Tuttavia, l’operato di Mengele, Verschuer e i loro colleghi fu contaminato dalla loro adesione alla teoria pseudoscientifica della razza, una teoria fondamentale per l’ideologia nazista. La teoria sosteneva che le razze umane siano geneticamente diverse una dall’altra. Stabiliva una gerarchia di razze e sosteneva che fosse più probabile che le razze ’inferiori” presentassero tratti negativi, rispetto alle razze “superiori”. Tali tratti ereditari negativi includevano, presumibilmente, qualcosa di più che le malattie e le deficienze mentali e fisiche, e cioè anche comportamenti socialmente inaccettabili o immorali come il vagabondaggio, la prostituzione e la criminalità. Secondo la falsa teoria della razza, il matrimonio tra razze “inferiori” e “superiori” trasferiva i tratti negativi alle razze “superiori” contaminandole.
Mengele cercò di identificare i marcatori fisici e biochimici specifici in grado di identificare definitivamente i membri di razze specifiche. Mengele e i suoi colleghi ritenevano che trovare tali marcatori fosse di importanza vitale per preservare la presunta superiorità razziale del popolo tedesco. Per Mengele e i suoi colleghi, l’importanza della ricerca giustificava gli esperimenti sulle persone, esperimenti dannosi e spesso letali, nel caso specifico sui prigionieri di Auschwitz che loro consideravano una razza inferiore.
Chi erano le vittime di Mengele?
Mengele selezionava le sue vittime principalmente tra due gruppi etnici: i rom e gli ebrei. Questi due gruppi erano di particolare interesse per i ricercatori biomedici della Germania nazista. L’ideologia nazista considerava i rom e gli ebrei “subumani” nonché una minaccia per la “razza” tedesca. Per questo motivo, secondo gli scienziati nazisti l’etica medica non si applicava ai membri di questi gruppi.
Durante il servizio di Mengele ad Auschwitz-Birkenau, più di 20.000 rom furono imprigionati nel campo e centinaia di migliaia di ebrei arrivarono al campo tramite i convogli. In nessun altro luogo al mondo sarebbe stato possibile per gli scienziati avere accesso a così tanti membri dei gruppi etnici in questione. E in nessun altro luogo avrebbero potuto condurre esperimenti su esseri umani a loro piacimento. Mengele commentò con un collega che sarebbe stato un crimine non approfittare dell’opportunità di condurre esperimenti su esseri umani ad Auschwitz-Birkenau.
Rom
Oltre a scegliere i rom come oggetto dei suoi esperimenti medici, Mengele condusse uno studio antropologico su uomini, donne e bambini rom presso il campo Zigeunerlager. Quando scoppiò un’epidemia di noma (stomatite gangrenosa), una gangrena della bocca, tra i bambini rom nel campo, Mengele assegnò ai medici selezionati tra i prigionieri il compito di studiare il caso. La noma è un’infezione batterica che colpisce principalmente i bambini malnutriti. Tuttavia, Mengele credeva che i bambini rom fossero affetti da noma a causa della loro eredità genetica, piuttosto che per le condizioni di vita del campo. I prigionieri medici scoprirono come curare la noma, che normalmente era fatale. Tuttavia, tutti i bambini curati alla fine furono uccisi nelle camere a gas.
Gemelli
Negli anni Trenta, i gemelli erano di grande interesse per la ricerca sulla genetica umana. Prima della Seconda Guerra Mondiale, Verschuer e altri ricercatori biomedici avevano già utilizzato gemelli per studiare le basi ereditarie delle malattie. Quei ricercatori avevano ottenuto il consenso di tali gemelli o dei loro genitori, tuttavia, era difficile per loro reperire molti gemelli da coinvolgere nei loro studi. Ad Auschwitz, Mengele reperì centinaia di gemelli tra gli ebrei che arrivavano sui convogli o tra i prigionieri rom. Nessun ricercatore ebbe mai la possibilità di studiare un così grande numero di gemelli e di condurre esperimenti su di loro.
Mengele ordinò al suo staff di misurare e registrare ogni aspetto dei corpi dei gemelli. Raccolse grandi quantità di sangue dai gemelli e in diverse occasioni eseguì procedure dolorose su di loro.
[...] Eseguivano iniezioni in tutte le parti del nostro corpo. A causa di tali iniezioni, mia sorella si ammalò. Il suo collo si gonfiò in seguito a una grave infezione. La ricoverarono in ospedale e la operarono senza anestesia in condizioni primitive. (…)
Dal racconto di Lorenc Andreas Menasche, numero del campo A 12090.
Mengele inoltre uccise diversi gemelli per eseguire l’autopsia sui loro corpi. Dopo aver analizzato le autopsie, Mengele inviava alcuni degli organi all’Istituto KWI-A.
Persone con anomalie congenite
Durante le selezioni degli ebrei in arrivo sulla rampa di Auschwitz-Birkenau, Mengele cercava persone con anomalie fisiche. Queste persone includevano nani, persone affette da gigantismo o persone con piede equino. Mengele studiava queste persone e poi le faceva uccidere e inviava i loro corpi in Germania affinché i colleghi ricercatori li potessero studiare.
Mengele cercava anche rom ed ebrei affetti da eterocromia, una condizione per cui gli occhi di una persona sono di due colori diversi. Uno dei colleghi di Mengele all’Istituto KWI-A aveva un particolare interesse per questa condizione medica. Mengele fece uccidere alcune persone affette da eterocromia ad Auschwitz e inviò i loro occhi ai suoi colleghi.
Bambini
Molte delle vittime degli esperimenti medici di Mengele erano bambini. I bambini che Mengele selezionava per i suoi esperimenti vivevano in baracche separate da quelle degli altri prigionieri e ricevevano cibo e trattamenti lievemente migliori. Mengele aveva un atteggiamento amichevole nei confronti dei bambini. Moshe Ofer, un sopravvissuto agli esperimenti di Mengele, nel 1985 ricordò che:
[Mengele] ci faceva visita come un caro zio, ci portava la cioccolata. Prima di usare il bisturi o una siringa ci diceva: ‘Non avere paura, non ti farò niente...’ ...ci iniettava sostanze chimiche, eseguiva operazioni sulla colonna vertebrale di Tibi. Dopo gli esperimenti ci portava dei regali... Durante esperimenti successivi, inseriva spilli nelle nostre teste. Le cicatrici delle punture sono ancora visibili. Un giorno ci fece visita e portò via Tibi. Mio fratello non tornò per diversi giorni. Quando tornò, la sua testa era completamente coperta di bende. Morì tra le mie braccia.
Mengele usò i bambini per i suoi esperimenti personali e per sostenere il lavoro dell’Istituto KWI-A. Collaborò a uno studio sullo sviluppo del colore degli occhi, iniettando una sostanza fornita da uno dei suoi colleghi negli occhi dei bambini e dei neonati. Gli effetti variavano da irritazione e gonfiore a cecità e addirittura morte.
Un prigioniero assegnato alla cura dei gemelli ebrei per gli esperimenti di Mengele ha successivamente descritto la reazione emotiva e fisica al trattamento:
Campioni di sangue venivano raccolti prima dalle dita e poi dalle arterie, in alcuni casi, due o tre volte dalle stesse vittime. I bambini urlavano e cercavo di ripararsi per non essere toccati. Il personale faceva ricorso alla forza. (…) Venivano anche messe delle gocce nei loro occhi... Alcune coppie di bambini ricevevano le gocce in entrambi gli occhi, mentre altri solo in uno. …Gli effetti di queste pratiche erano dolorosi per le vittime. Soffrivano di gravi gonfiori alle palpebre, una sensazione di bruciore...
Fuga dalla giustizia
Nel gennaio del 1945, mentre l’Armata Rossa sovietica avanzava attraverso la Polonia occidentale, Mengele fuggì da Auschwitz insieme al resto del personale delle SS del campo. Passò i mesi successivi prestando servizio presso il campo di concentramento di Gross-Rosen e i suoi sottocampi. Negli ultimi giorni della guerra, indossò l’uniforme dell’esercito tedesco e si unì a un’unità militare. Dopo la fine della guerra, l’unità in questione si arrese alle forze militari americane.
Avendo finto di essere un ufficiale militare tedesco, Mengele divenne un prigioniero di guerra degli americani. L’esercito americano lo rilasciò a inizio agosto del 1945, non sapendo che il suo nome era già sulla lista dei criminali di guerra ricercati.
Dalla fine del 1945 fino alla primavera del 1949, Mengele lavorò sotto falso nome come lavoratore agricolo vicino a Rosenheim, in Baviera. Da lì fu in grado di mettersi in contatto con la sua famiglia. Quando gli investigatori americani dei crimini di guerra vennero a conoscenza dei crimini di cui Mengele era responsabile ad Auschwitz, cercarono di trovarlo e arrestarlo. Tuttavia, sulla base di quanto raccontato dalla sua famiglia, gli investigatori conclusero che fosse morto. La volontà degli americani di arrestare Mengele, lo convinse che in Germania non si trovava al sicuro. Con il supporto finanziario della sua famiglia, nel luglio del 1949, emigrò in Argentina sotto falso nome.
Nel 1956, Mengele si era ben sistemato in Argentina e si sentiva così al sicuro che ottenne la cittadinanza argentina come José Mengele. Nel 1959, tuttavia, venne a sapere che i pubblici ministeri della Germania occidentale erano a conoscenza del fatto che lui si trovasse in Argentina e volevano arrestarlo. Così emigrò in Paraguay e lì ottenne la cittadinanza. Nel maggio del 1960, gli agenti dell’intelligence israeliana sequestrarono Adolf Eichmann in Argentina e lo portarono in Israele per sottoporlo a processo. Immaginando correttamente che gli israeliani stessero cercando anche lui, Mengele lasciò il Paraguay. Con l’aiuto della sua famiglia in Germania, passò il resto della sua vita sotto falso nome vicino a São Paulo, in Brasile. Il 7 febbraio del 1979, Mengele fu colpito da un ictus e annegò mentre nuotava presso un resort vicino a Bertioga, in Brasile. Fu sepolto in un sobborgo di São Paulo sotto il falso nome di “Wolfgang Gerhard”.
Il ritrovamento e l’identificazione del corpo di Mengele
Nel maggio del 1985, i governi di Germania, Israele e Stati Uniti decisero di collaborare per rintracciare Mengele e portarlo davanti alla giustizia. La polizia tedesca perquisì la casa di un amico di famiglia di Mengele a Günzburg, in Germania, e trovò le prove che Mengele era morto ed era stato sepolto vicino a São Paulo. La polizia brasiliana individuò la tomba di Mengele e riesumò il suo corpo nel giugno del 1985. Gli esperti forensi americani, brasiliani e tedeschi identificarono positivamente i resti come appartenenti a Josef Mengele. Nel 1992, la prova del DNA confermò la tesi.
Mengele sfuggì all’arresto per 34 anni e non fu mai portato davanti alla giustizia.
Note a piè di pagina
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Footnote reference2.
Lorenc Andreas Menasche, numero del campo A 12090, fu imprigionato ad Auschwitz all’età di 10 anni. Lui e sua sorella furono tra le vittime degli esperimenti medici di Mengele. Vedi gli archivi del Museo di Stato di Auschwitz-Birkenau, Statements Collection, vol. 125, pg. 146-147. Citazione sulla base di Voices of Memory: Medical Experiments (Voci della Memoria: Esperimenti medici) (Oświęcim: Auschwitz-Birkenau State Museum in Oświęcim, 2016), pg. 57 (e-book).
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Footnote reference3.
Citazione sulla base di Anatomy of the Auschwitz Death Camp (Anatomia del campo della morte di Auschwitz), Editori: Yisrael Gutman e Michael Berenbaum. Bloomington: Indiana University Press, 1994, pg. 324-325.
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Footnote reference4.
Estratto da Elżbieta Piekut-Warszawska, “Dzieci w obozie oświęcimskim (wspomnienia pielęgniarki),” [Children in the Auschwitz camp (recollections of a nurse)] [Bambini nel campo di concentramento (memorie di un’infermiera)], in Przegląd Lekarski, vol. 1 (1967), pg. 204-205. Citazione sulla base di Voices of Memory: Medical Experiments (Voci della Memoria: Esperimenti medici) (Oświęcim: Auschwitz-Birkenau State Museum in Oświęcim, 2016), pg. 60.
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Footnote reference1.
Gisella Perl, Ero una dottoressa di Auschwitz (New York: International Universities Press, 1948), pg. 120.