Chuna Grynbaum,l'ultimo di nove figli di una famiglia ebrea molto religiosa, nacque in una piccola casa a un solo piano. L’edificio ospitava anche la sartoria della famiglia, i cui clienti erano costituiti per la maggior parte dalla popolazione polacca e cattolica di Starachowice. I lavori eseguiti venivano spesso scambiati con altri prodotti, come legna da ardere o patate.
1933-39: Mio padre morì improvvisamente, nel giugno del 1939: un giorno, dopo essere tornato a casa dalla sinagoga, si sdraiò per riposarsi e mi chiese di chiudere le persiane, per fare buio nella stanza. Io ubbidii, ma quando mi voltai verso di lui, vidi il sangue colargli dalla bocca. Corsi subito da mia madre che mi mandò a cercare un dottore, ma al mio ritorno mio padre era già morto. Lo seppellimmo nel cimitero ebraico fuori città. Il settembre successivo, i Tedeschi occuparono Starachowice.
1940-45: Avevo 13 anni quando, nel 1942, con altri membri della mia famiglia, fui obbligato ad andare a lavorare in una fabbrica di munizioni. Una notte, nel 1943, mia sorella Faiga mi disse che ci sarebbe stato un tentativo di evasione. Dopo che l’elettricità venne tagliata nel campo, noi cercammo di scappare attraverso un varco nel recinto, ma eravamo troppi e rimanemmo bloccati; non riuscivamo ad andare avanti. Poi sentii dei colpi d’arma da fuoco e una pallottola mi colpì alla testa. Allora tornai correndo dentro il campo; sanguinavo. Il giorno successivo ci portarono di fronte all’apertura del recinto. I prigionieri feriti giacevano ancora lì. Mia sorella era tra loro, ma era morta.
Chuna venne deportato nel campo di lavoro Buna-Monovitz, ad Auschwitz, e più tardi nel campo di concentramento di Flossenbürg, in Germania. Al momento della liberazione Chuna aveva 17 anni; un anno più tardi emigrò negli Stati Uniti.
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