Pat fu una delle migliaia di infermiere americane che prestarono servizio negli ospedali allestiti apposta per aiutare l'evacuazione dei prigionieri, dopo la liberazione dei campi di concentramento in Europa; come tale si prese cura dei sopravvissuti, molti dei quali si trovavano in condizioni molto critiche.
Dunque, provare a mettere una flebo era quasi impossibile perché loro stavano morendo di fame e se si comincia a dargli troppi liquidi, ecco, può essere troppo per il cuore e per i polmoni, sapete, cominciare a dargli tutta quella roba. Loro non avevano... cioè, non potevano neanche inghiottire. Però cominciammo lo stesso le flebo, con molta, molta attenzione e molto lentamente. Li nutrivamo con il contagocce e poi cercavo di tirarli su e se cercavi di dargli un pezzettino di cracker o qualcos'altro, non riuscivano a mandarlo giù. Insomma, loro non avevano inghiottito niente per così tanto tempo; allora io lo sfregavo, in questo modo, poi ne mettevo un po' su un cucchiaio e poi un po' di liquido, poi sfregavo un po' e finalmente riuscivano a mandarlo giù. Inoltre, avevano queste grosse e vecchie scodelle con dentro - non so bene cosa fosse, una qualche minestra - e queste scodelle erano messe lì in giro, a simulare che gli dessero da mangiare; grosse e vecchie scodelle di legno e grossi cucchiai da minestra. Insomma, erano troppo deboli anche solo per arrivare a sollevare il cucchiaio e comunque non avrebbero potuto mettersi niente in bocca perché avevano la bocca così tesa e contratta che non riuscivano ad aprirla per mangiare quella roba che, qualunque cosa fosse, penso fosse lì da almeno tre giorni.
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