Nel luglio del 1946, la città di Kielce fu teatro di un pogrom durante il quale quarantadue Ebrei furono uccisi e circa cinquanta feriti. Questo avvenimento provocò l'emigrazione in massa di centinaia di migliaia di Ebrei sia dalla Polonia sia dagli altri paesi dell'Europa centrale e orientale. Questo video mostra rifugiati ebrei, sopravvissuti al pogrom, mentre aspettano di poter lasciare la Polonia attraverso la Cecoslovacchia.
Espandi l’immagineAl termine della Seconda Guerra Mondiale, gli Alleati rimpatriarono nei loro paesi d'origine milioni di rifugiati (in inglese abbreviato con DPs, "displaced persons"). Tuttavia, centinaia di migliaia di persone, inclusi più di 250.000 Ebrei, non poterono o non vollero ritornare in quei paesi. La maggior parte dei profughi ebrei preferì infatti lasciare l'Europa per emigrare in Palestina o negli Stati Uniti. In attesa che il trasferimento potesse avvenire, i profughi vennero ospitati nei campi creati in Germania dall'Agenzia delle Nazioni Unite per l'Assistenza e la Riabilitazione (UNRRA). Qui, i rifugiati ebrei crebbero i loro figli, preparandoli all'emigrazione in Palestina.
Espandi l’immagineDopola Seconda Guerra Mondiale, gli Alleati rimpatriarono milioni di profughi nei loro paesi d'origine. Tuttavia centinaia di migliaia di persone, inclusi più di 250.000 Ebrei, non poterono o non vollero ritornare in quei paesi. La maggior parte dei profughi ebrei preferì lasciare l'Europa per raggiungere o la Palestina o gli Stati Uniti. Gli Alleati li ospitarono in campi creati nella Germania occupata, fino a quando non furono in grado di trasferirsi. In questo filmato, i Sionisti Ebrei protestano contro il loro prolungato confino nel campo profughi di Zeilsheim, in Germania. Essi chiedono che sia loro permesso di emigrare in Palestina.
Espandi l’immagineAlla fine della Seconda Guerra Mondiale, le potenze alleate in Europa rimpatriarono dalla Germania migliaia di profughi. Quelli rimasti - tra il milione e mezzo e i due milioni, sia Ebrei che non - o rifiutarono di tornare alle loro case o non poterono farlo per altre ragioni. Le restrizioni dettate dalle leggi sull'immigrazione precludevano l'accesso su larga scala di questi rifugiati in altri paesi europei e negli Stati Uniti. Essi quindi rimasero nella Germania occupata fino a quando non fu possibile organizzare il loro trasferimento in un altro paese. In queso filmato, realizzato più di quattro anni dopo la fine della guerra, si vedono i profughi a Monaco mentre preparano i propri averi e poi salgono a bordo di un aeroplano americano per intraprendere il viaggio che li porterà negli Stati Uniti.
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