Nel luglio del 1946, la città di Kielce fu teatro di un pogrom durante il quale quarantadue Ebrei furono uccisi e circa cinquanta feriti. Questo avvenimento provocò l'emigrazione in massa di centinaia di migliaia di Ebrei sia dalla Polonia sia dagli altri paesi dell'Europa centrale e orientale. Questo video mostra rifugiati ebrei, sopravvissuti al pogrom, mentre aspettano di poter lasciare la Polonia attraverso la Cecoslovacchia.
Nel luglio 1946 gli Ebrei dovettero di nuovo mettersi in fuga per salvarsi la vita. Nella città di Kielce, il movimento clandestino fascista uccise 41 Ebrei. Una goccia divenne un rivolo e ben presto quel rivolo un fiume in piena. Dieci, cento, mille e poi centomila persone fuggirono, cercando di raggiungere il confine. Almeno la metà dei fuggitivi era costituita da Ebrei, che nella primavera precedente erano tornati in Polonia dalla Russia, ansiosi di rifarsi una vita. Mostrando particolare umanità, il governo Cecoslovacco offrì aiuto e il permesso di passaggio ai perseguitati, ma fu soprattutto sul Comitato Congiunto di Distribuzione Ebraico-Americano che ricadde l'onere di aiutare i rifugiati durante il loro viaggio, prima attraverso la Cecoslovacchia, poi l'Austria, e lungo le strade che li avrebbero portati alla salvezza nella zona della Germania controllata dagli Americani.
We would like to thank Crown Family Philanthropies, Abe and Ida Cooper Foundation, the Claims Conference, EVZ, and BMF for supporting the ongoing work to create content and resources for the Holocaust Encyclopedia. View the list of donor acknowledgement.