Il soldato americano Edward S. Weiss, abitante a Gaithersburg, Maryland, si trovava nel campo di concentramento di Dachau poco dopo la liberazione.
Quando venne la fine della guerra io mi trovavo proprio poco fuori Dachau, nelle vicinanze; quando il conflittò finì, il 5 maggio, io e un piccolo gruppo entrammo nel campo di concentramento per stabilire un contatto con l'unità medica dell'Esercito tedesco che, un paio di settimane prima, aveva sostituito l'unità medica americana. Uno dei miei doveri prevedeva che io disponessi dei corpi dei morti, ogni mattina, nelle baracche e nell'infermeria. E tutto questo veniva registrato accuratamente dal personale tedesco. Una mattina, quando entrai per prendere il rapporto, l'impiegato—uno di loro—mi disse che il rapporto era pronto ma che il colonnello non lo aveva ancora firmato e quindi dovevo aspettare alcuni minuti, che il colonnello arrivasse. Così mi misi in fondo alla stanza e mi sedetti a una scrivania, chiacchierando con gli impiegati tedeschi. Quando il colonnello arrivò, uno degli impiegati saltò in piedi gridando "Attenti!" e il colonnello rispose "Heil Hitler!" Poi mi vide, vide la mia uniforme americana in fondo alla stanza e per la prima volta mi invitò nel suo ufficio, dove mi spiegò tutto sui riflessi condizionati, di come avendo risposto in quella maniera per 15 anni quello fosse diventato un riflesso condizionato.
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