Vista l’intensificazione delle misure antisemite e il pogrom della Kristallnacht (“Notte dei cristalli”) del 1938, la famiglia di Johanna decise di lasciare la Germania. Nel 1939, si procurarono dei visti per l'Albania, giunsero in Italia e salparono alla volta delle coste albanesi. Rimasero in Albania sotto l'occupazione italiana e, dopo che nel 1943 l'Italia si arrese, sotto l'occupazione tedesca. Nel mese di dicembre del 1944, dopo una battaglia tra i tedeschi e i partigiani albanesi la famiglia fu liberata.
Ricordo orde di persone in piedi di fronte a una bella sinagoga che lanciavano pietre rompendo queste magnifiche… finestre colorate. E, beh, quando siamo arrivati lì ovviamente siamo filati via dritti, lasciandoci alle spalle quel posto, il rumore, le grida e le urla. Suppongo provassimo un… una specie di angoscia in parte inspiegabile perché non sapevamo ancora cosa stesse accadendo davvero; suppongo che il semplice fatto che così tante persone fossero lì a urlare e gridare e lanciare pietre alle vetrate fosse sufficiente per farci scappare a gambe levate. Siamo arrivati a scuola e ci hanno subito detto che i nostri genitori sarebbero venuti a prenderci, di rimanere calmi, ma che non ci sarebbe stata scuola quel giorno. E infatti, da lì a pochi minuti, o mezz'ora dopo, è arrivata mia madre e mi ha portato a casa di mia nonna dove c’era anche mio padre. Ed ecco allora che lentamente ma inesorabilmente ci venne detta la brutta storia di ciò che era accaduto durante la notte: le sinagoghe di tutta Germania erano state date alle fiamme e distrutte. Nella maggior parte dei casi, i libri della Torah furono bruciati. È risaputo che ad Amburgo alcuni si sacrificarono nel tentativo di recuperare alcuni libri della Torah dalla sinagoga e nasconderli. Credo ci riuscirono. Negozi ebrei nel centro di Amburgo, nel centro città di Amburgo, furono demoliti, le finestre rotte, la merce gettata per strada, ricoperta d’acqua e inchiostro e… cioè era... un caos totale, una distruzione totale.
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