Hungarian Jews on their way to the gas chambers. Auschwitz-Birkenau, Poland, May 1944.

L’Olocausto in Ungheria

Durante l’Olocausto (1933~1945), il governo ungherese perseguitò e uccise gli ebrei sia di propria iniziativa che in collaborazione con le autorità della Germania nazista. L’Olocausto in Ungheria colpì sia le comunità ebraiche all’interno del Paese che quelle nei territori annessi nell’Europa centrale e orientale. In totale, circa 825.000 ebrei si trovarono sotto il controllo ungherese durante la Seconda Guerra Mondiale. Circa 550.000 di loro furono uccisi nell’Olocausto.

Eventi principali

  • 1

    I tempi coi quali si svolse l’Olocausto in Ungheria nel 1944 posero le basi per un devastante aumento del numero di assassinii di massa. Quell’evoluzione portò anche, però, a straordinari sforzi per salvare coloro che erano presi di mira.

  • 2

    Dal 1938 al marzo 1944, il governo ungherese promulgò di propria iniziativa leggi e politiche antisemite. In questo periodo, tra 44.000 e 63.000 ebrei furono uccisi a causa delle azioni ungheresi. Quella fu la prima fase dell’Olocausto in Ungheria.

  • 3

    Nel periodo 1944~1945, le autorità tedesche e ungheresi operarono in modo congiunto. In un solo anno, uccisero circa 500.000 ebrei ungheresi. Questa fu la seconda fase dell’Olocausto in Ungheria.

Gli ebrei ungheresi costituirono l’ultima grande comunità ebraica a cadere sotto il controllo nazista. 

Tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta, la popolazione ebraica ungherese aveva già subito persecuzioni e violenze da parte del governo ungherese. Ma fu solo nella primavera del 1944, più di quattro anni dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale, che gli ebrei si trovarono ad affrontare tutta la potenza della macchina per lo sterminio costruita dai nazisti. I nazisti a quel punto avevano ormai perfezionato i metodi violenti di discriminazione, disumanizzazione e deportazione che oggi conosciamo come Olocausto (1933~1945) e avevano già assassinato milioni di ebrei europei. 

La tempistica dell’Olocausto in Ungheria segnò l’inizio di un devastante aumento degli assassinii di massa. Durante l’Olocausto, i nazisti e i loro collaboratori ungheresi uccisero circa 550.000 ebrei residenti in Ungheria. La stragrande maggioranza di queste vittime, circa 500.000, fu uccisa nell’ultimo anno della guerra. Molti furono uccisi nelle camere a gas del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Le fotografie dell’arrivo degli ebrei dall’Ungheria ad Auschwitz sono diventate immagini iconiche dell’Olocausto. 

Il periodo in cui si svolse l’Olocausto in Ungheria creò però anche le condizioni per straordinari sforzi di salvataggio, il più famoso dei quali fu l'operazione internazionale di soccorso guidata da Raoul Wallenberg. Circa 250.000 ebrei dei territori sotto il controllo ungherese sopravvissero all’Olocausto. Tra i sopravvissuti, Livia Bitton-Jackson, l’autrice di Ho vissuto mille anni, e il premio Nobel Elie Wiesel. Numerosi sopravvissuti dell’Ungheria lavorarono poi come volontari allo United States Holocaust Memorial Museum.  

La prima fase dell’Olocausto in Ungheria, 1938~marzo 1944

La prima fase dell’Olocausto in Ungheria iniziò intorno al 1938 e si concluse nel marzo del 1944. Durante questo periodo, il governo ungherese perseguitò gli ebrei di propria iniziativa. Le politiche antisemite si fondavano su una lunga storia di antisemitismo in Ungheria. 

A partire dal 1920, l’Ungheria fu governata da un regime autoritario di destra, guidato da Miklós Horthy. Horthy e altri leader ungheresi erano nazionalisti, antisemiti e anticomunisti. 

Fino al marzo del 1944, l’Ungheria fu uno stato sovrano che intratteneva relazioni diplomatiche amichevoli con la Germania nazista. I due governi condividevano una visione simile del mondo. Nel novembre del 1940, l’Ungheria entrò a far parte dell’alleanza dell’Asse, diventando così un’alleata formale della Germania nazista. 

La legislazione antisemita ungherese

Durante il regime di Horthy (1920~1944), il governo ungherese promulgò leggi antisemite. L’obiettivo era quello di escludere gli ebrei dalla vita sociale, economica, politica e culturale del Paese. Secondo il censimento del 1920, all’epoca in Ungheria vivevano circa 470.000 ebrei. La popolazione ebraica rappresentava quasi il 6% della popolazione totale dell’Ungheria, che ammontava a circa 8 milioni di persone. 

La prima legge ungherese contro gli ebrei fu emanata nel 1920, prima dell’inizio dell’Olocausto. Quell’anno, il parlamento ungherese approvò la legge sul numerus clausus. La legge limitava per gli studenti ebrei l’iscrizione all'università. Fu la prima legge antisemita emanata in Europa dopo la Prima Guerra Mondiale (1914~1918).

La persecuzione degli ebrei in Ungheria e la loro discriminazione legale si intensificarono a partire dal 1938. Tra il 1938 e il 1941, il governo ungherese emanò tre principali leggi antisemite: 

  • La Prima Legge Ebraica (maggio 1938) stabilì che il numero di ebrei in alcuni settori dell’economia nazionale non poteva superare il 20%. Questi settori includevano le professioni impiegatizie e le attività commerciali/industriali.
  • La Seconda Legge Ebraica (maggio 1939) definì gli ebrei in termini razziali e limitò il diritto di voto per alcuni ebrei. Inoltre, ridusse ulteriormente le quote stabilite l’anno precedente. 
  • La Terza Legge Ebraica (agosto 1941) vietava i matrimoni e le relazioni sessuali tra ebrei e non ebrei.

Alla fine degli anni Trenta e all’inizio degli anni Quaranta, il governo ungherese approvò numerose altre leggi antisemite, la maggior parte delle quali escluse gli ebrei da vari aspetti della vita economica e sociale. Di conseguenza, decine di migliaia di ebrei persero il lavoro, le loro attività o altri mezzi di sostentamento. 

Hungarian expansion
Attribuzione:
  • US Holocaust Memorial Museum

Espansione territoriale dell’Ungheria, 1938~1941

Nel 1938, l’Ungheria iniziò a espandere il proprio territorio oltre i confini che erano stati concordati dopo la Prima Guerra Mondiale e lo fece con il sostegno tedesco e in concomitanza con l’espansione territoriale della Germania nazista. Questo consentì ai leader ungheresi di raggiungere il loro obiettivo geopolitico di riacquisire i territori che il Paese aveva perso nei trattati di pace successivi alla Prima Guerra Mondiale.

Tra il 1938 e il 1941, l’Ungheria acquisì territori (elencati nella Tabella 1) dai Paesi confinanti di Cecoslovacchia, Romania e Jugoslavia. Tali territori ospitavano popolazioni multietniche e multireligiose. In queste aree vivevano ungheresi, rumeni, slovacchi, serbi, ebrei e molti altri. In tutti i territori annessi, il governo ungherese portò avanti persecuzioni, espulsioni e violenze contro le popolazioni non ungheresi. 

Gli ebrei che vivevano nei territori che erano stati annessi dovettero subire le leggi e le politiche antisemite dell'Ungheria. Nel censimento ungherese del 1941 furono contate 725.007 persone che si identificarono come ebrei. Circa 325.000 di loro vivevano nei territori annessi dall’Ungheria. Nel 1941, la popolazione ebraica rappresentava circa il 5% della popolazione totale della Grande Ungheria (14.683.323). Inoltre, altre 100.000 persone circa furono considerate di razza ebraica ai sensi della Seconda Legge Ebraica (1939). Ciò avveniva anche se quelle persone non si consideravano ebrei.

Tabella 1. Espansione territoriale ungherese e numeri della popolazione ebraica, 1938~1941

Territorio

Annesso da

Data

Popolazione totale del territorio annesso (1941)

Popolazione ebraica (1941)

Slovacchia meridionale e una piccola parte della Rutenia subcarpatica meridionale (Primo Arbitrato di Vienna)

Cecoslovacchia

Novembre 1938

1.000.000

68.000

Rutenia subcarpatica

Cecoslovacchia

Marzo 1939

700.000

78.000

Transilvania settentrionale (Secondo Arbitrato di Vienna)

Romania

Agosto~settembre 1940

2.600.000

146.000

Bačka, parti della Baranja, del Međimurje e del Prekmurje

Jugoslavia

Aprile 1941

1.000.000

14.000

Sfruttamento degli uomini ebrei nel sistema di lavoro forzato ungherese, 1939~1945

Dal 1939 al 1945, il governo ungherese sfruttò gli uomini ebrei in età militare utilizzandoli nel sistema di lavoro coatto (munkaszolgálat). 

Il governo ungherese creò il lavoro coatto come sostituto del servizio militare regolare, destinandolo agli uomini considerati inaffidabili dal governo. Gli oppositori politici, i membri di alcune sette cristiane, i rumeni, i serbi e soprattutto gli ebrei furono tra coloro costretti al lavoro coatto che, inizialmente, venne svolto in condizioni relativamente buone in Ungheria e nei territori annessi.

Dopo che l’Ungheria entrò nella Seconda Guerra Mondiale, nella primavera del 1941, il Ministero della Difesa ungherese trasformò il sistema del lavoro coatto in un’istituzione più repressiva e dichiaratamente antisemita. I lavoratori ebrei furono separati dalle loro controparti non ebree, non ricevettero più l’uniforme, e furono obbligati a indossare bracciali che li identificavano come ebrei e di fatto li discriminavano rispetto alle altre categorie. 

A partire dall’estate del 1941, decine di migliaia di ebrei impegnati nel lavoro coatto furono dislocati vicino alle linee del fronte nell’Europa orientale occupata dall’Asse, soprattutto in Ucraina. Gli ufficiali ungheresi spesso trattavano questi uomini con durezza e li sottoponevano a violenze a volte letali. Gli uomini ebrei non avevano abitazioni, cibo, indumenti o assistenza medica adeguati. Un numero considerevole di loro finì sotto il controllo sovietico come prigionieri di guerra. 

Gli studiosi stimano che circa 100.000 uomini ebrei siano stati costretti a partecipare al sistema di lavoro coatto. Tra 25.000 e 42.000 di loro morirono prima che la Germania occupasse l’Ungheria nel marzo del 1944.

Deportazione degli ebrei dall’Ungheria e massacro di Kamenets-Podolsk, 1941

Uno degli atti di violenza antisemita più noti della prima fase dell’Olocausto in Ungheria ebbe luogo nell’estate del 1941, dopo l’attacco dell’Asse all'Unione Sovietica (Operazione Barbarossa). Tra luglio e agosto del 1941, i funzionari ungheresi radunarono e deportarono gli ebrei che ritenevano “elementi stranieri indesiderati e cittadini di nazioni estere”. Il governo ungherese deportò più di 20.000 ebrei fuori dai propri confini, nella Galizia occupata dall’Asse (allora Polonia e oggi Ucraina). Le deportazioni furono rapide, disorganizzate, caotiche e disumane. 

Alla fine, la maggior parte degli ebrei deportati dall’Ungheria (circa 14.000~16.000) fu trasferita nella città di Kamenets-Podolsk, dove furono rinchiusi in un ghetto. Tra il 26 e il 28 agosto, le SS e le unità di polizia naziste e i loro collaboratori locali ucraini portarono a termine una fucilazione di massa a Kamenets-Podolsk assassinando 23.600 ebrei. È probabile che alcuni ufficiali militari ungheresi furono testimoni e forse parteciparono al rastrellamento e alla fucilazione di massa degli ebrei

Molti degli ebrei deportati dall’Ungheria che non furono uccisi a Kamenets-Podolsk furono fucilati in successivi massacri, morirono nei ghetti o furono assassinati nel campo di sterminio di Belzec. Si pensa che forse circa 2.000 rifugiati ebrei riuscirono a tornare in Ungheria. I loro racconti su ciò che era accaduto in Galizia furono però spesso accolti con incredulità. 

Le incursioni delle truppe ungheresi nella regione della Bačka, nella Jugoslavia occupata

Nel gennaio 1942, unità militari ungheresi effettuarono diverse incursioni nella regione della Bačka, in Jugoslavia, allora annessa all'Ungheria. Questi raid furono presumibilmente una reazione alle attività dei partigiani. Atti di violenza si verificarono nella città di Novi Sad (Újvidék in ungherese) e in altre città della regione. Le autorità ungheresi presero di mira i serbi, gli ebrei e altri ancora. Vennero uccisi circa 1.000 ebrei e 2.500 serbi. Gli autori dei massacri furono processati dai tribunali ungheresi tra il 1943 e il 1944.

Rifiuto dell’Ungheria di conformarsi alle richieste della Germania di effettuare deportazioni, 1942~1944

Nella prima fase dell’Olocausto in Ungheria, il governo ungherese non partecipò pienamente all’omicidio di massa degli ebrei organizzato dai nazisti. 

Il trattamento brutale e spesso letale della Germania nazista nei confronti degli ebrei si era intensificato rapidamente dopo l’invasione dell’Unione Sovietica iniziata nel giugno del 1941. Le unità tedesche iniziarono a uccidere intere comunità ebraiche fucilando in massa i loro membri. Poi, alla fine del 1941 e del 1942, il regime nazista tedesco costruì campi di sterminio progettati per uccidere gli ebrei usando gas velenosi. Le autorità della Germania nazista deportarono gli ebrei di tutta Europa in questi campi di sterminio affidandosi all’aiuto dei loro alleati e collaboratori. 

Nel 1942, il governo tedesco nazista iniziò a esercitare pressioni sul governo ungherese affinché deportasse tutti gli ebrei dall’Ungheria ai territori controllati dai tedeschi. Tuttavia, Horthy e il primo ministro Miklós Kállay (in carica dal marzo 1942 al marzo 1944) si rifiutarono. Horthy e Kállay risposero che la sorte della popolazione ebraica in Ungheria era una questione interna. Sostennero che la deportazione degli ebrei potesse avere conseguenze potenzialmente devastanti per l’economia dell’Ungheria. 

Come conseguenza del rifiuto di collaborare, centinaia di migliaia di ebrei sopravvissero in Ungheria durante gli anni più intensi delle uccisioni di massa. Anche se, in questo periodo, gli ebrei in Ungheria dovettero affrontare significative difficoltà a causa delle leggi antisemite del Paese e del sistema di lavoro forzato, la maggior parte di loro, a differenza degli ebrei che si trovavano sotto l’occupazione diretta dei nazisti in altri posti, rimase nelle loro case, con cibo e altre risorse a sufficienza. L’Ungheria attirò persino migliaia di rifugiati ebrei in fuga dal massacro nazista che stava avvenendo nei Paesi vicini.

Il periodo durante il quale l’Ungheria fu un rifugio relativamente sicuro dagli omicidi di massa nazisti terminò bruscamente nel marzo del 1944, quando la Germania nazista occupò il Paese. 

Jews drafted into the Hungarian Labor Service System march to a work site.

Ebrei arruolati nel sistema di Servizio del Lavoro ungherese marciano verso un luogo di lavoro. Szeged, Ungheria, tra il 1940 e il 1944.

Attribuzione:
  • Magyar Nemzeti Muzeum Torteneti Fenykeptar

La seconda fase dell’Olocausto in Ungheria, marzo 1944~1945

Nel marzo 1944, la Germania nazista decise di occupare l’Ungheria, sua alleata, per motivi militari legati al ruolo dell’Ungheria nello sforzo bellico. Il 19 marzo 1944, l’esercito tedesco entrò in Ungheria quasi senza alcuna opposizione. Gli ungheresi si conformarono rapidamente alle richieste tedesche. Di conseguenza, la maggior parte delle truppe tedesche rimase in Ungheria per un periodo di tempo limitato. I tedeschi, però, continuarono a giocare un ruolo dominante nella politica ungherese. 

Le autorità di occupazione tedesche consentirono a Horthy di rimanere nella sua posizione di reggente dell’Ungheria. Molti altri funzionari ungheresi mantennero le loro posizioni. Tuttavia, i tedeschi insistettero affinché Horthy sostituisse il Primo Ministro Kállay con il filo-tedesco Döme Sztójay. In qualità di primo ministro, Sztójay collaborò con le autorità tedesche. Diversi antisemiti di estrema destra ricevettero importanti incarichi nel suo governo.

Uno degli obiettivi della Germania nazista dopo l’occupazione dell’Ungheria fu la deportazione e l’assassinio di massa degli ebrei dal Paese. Nel marzo del 1944, in Ungheria vivevano tra 760.000 e 780.000 ebrei e costituivano la più grande popolazione ebraica ancora in vita in Europa. 

L’occupazione tedesca dell’Ungheria fu un importante punto di svolta. Entro l’anno successivo, i tedeschi e i loro collaboratori ungheresi avevano ucciso circa 500.000 ebrei provenienti dall’Ungheria.

Nuove misure antisemite nell’Ungheria occupata dai tedeschi, primavera del 1944

Dopo l’occupazione tedesca, il governo ungherese emanò decine di decreti antisemiti. Il suo obiettivo era quello di discriminare, impoverire e isolare completamente gli ebrei in Ungheria. Nuove normative antisemite costrinsero gli ebrei a cedere proprietà come automobili, telefoni, radio e biciclette. Altri decreti vietarono loro di assistere a film o spettacoli teatrali insieme alle persone non ebree, altri ancora ridussero le razioni alimentari per gli ebrei. 

A fine marzo del 1944, il governo ungherese annunciò che, a partire dal 5 aprile, tutti gli ebrei di età pari o superiore ai 6 anni avrebbero dovuto indossare un distintivo giallo a forma di Stella di David sui vestiti. 

In tutto il Paese, le autorità ungheresi, inclusi i sindaci, gli ufficiali di polizia e di altre forze dell’ordine collaborarono all’attuazione di queste misure. Seguendo gli ordini del governo, le autorità locali ordinarono alle comunità ebraiche di stilare elenchi con cui venivano registrati tutti gli ebrei che vivevano nella loro giurisdizione. 

I ghetti di transito in Ungheria e la deportazione degli ebrei dall’Ungheria, aprile~luglio 1944

Le autorità tedesche e ungheresi iniziarono rapidamente a pianificare la ghettizzazione e la deportazione degli ebrei dall’Ungheria. L’ufficiale delle SS naziste Adolf Eichmann e il suo gruppo di esperti in deportazioni giunsero a Budapest per agevolare questo processo. Nella primavera e nell’estate del 1944, le autorità ungheresi e tedesche suddivisero l’Ungheria in sei zone operative. In ogni zona, la creazione dei ghetti precedette la deportazione. 

A partire da aprile del 1944, le autorità ungheresi istituirono ghetti di transito nei paesi e nelle città. Le autorità ungheresi erano costituite da funzionari del governo regionale e distrettuale, sindaci, funzionari della sanità pubblica, poliziotti e altre forze d’ordine pubblico. I ghetti erano spesso istituiti nei quartieri ebraici o in grandi edifici, come fabbriche, magazzini o fornaci. Di solito si trovavano vicino a strutture ferroviarie per facilitare la deportazione. Gli ebrei delle cittadine e dei villaggi più piccoli furono concentrati nei ghetti delle città più grandi, dove vissero praticamente prigionieri per giorni o settimane. Erano sorvegliati dalle autorità ungheresi e ricevevano vitto, alloggio e assistenza medica limitati. Un numero ristretto di funzionari tedeschi prese parte a questo processo. Saccheggi diffusi, furti e torture accompagnarono il processo di ghettizzazione. 

Le deportazioni sistematiche degli ebrei dai ghetti di transito iniziarono a metà maggio del 1944. Zona per zona, gli esperti tedeschi di deportazione e i poliziotti ungheresi obbligarono gli ebrei dei ghetti di transito a salire su vagoni merci. Tra il 15 maggio e il 9 luglio 1944, circa 437.000 ebrei furono deportati dall’Ungheria su 147 treni. Circa 420.000 di loro furono inviati al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Una volta arrivati lì, furono sottoposti al processo di selezione. Circa 100.000 ebrei ungheresi furono selezionati per il lavoro forzato ad Auschwitz. I restanti, circa 330.000 ebrei (circa il 75%), furono uccisi nelle camere a gas al loro arrivo. Tra le vittime c’erano uomini, donne e bambini. Questo fu il periodo più letale ad Auschwitz-Birkenau. 

Horthy ferma le deportazioni, giugno~luglio 1944

Il 7 luglio 1944, Horthy ordinò di interrompere le deportazioni degli ebrei dall’Ungheria. Lo fece a causa del peggioramento della posizione militare della Germania, delle minacce internazionali e delle pressioni esercitate dalla sua cerchia ristretta di cllaboratori. Tuttavia, le deportazioni ad Auschwitz dalle città nei dintorni di Budapest continuarono per altri due giorni e furono fermate solo il 9 luglio. Nonostante gli ordini di Horthy, Eichmann, i suoi esperti tedeschi in deportazioni e i loro alleati nel governo ungherese cercarono di proseguire e riuscirono ad effettuare un numero limitato di deportazioni di ebrei ad Auschwitz dai campi di internamento ungheresi tra la fine di luglio e agosto del 1944. 

L’unica comunità ebraica che rimase per lo più indenne dalle deportazioni dei mesi precedenti fu quella di Budapest. 

“Case con la stella gialla”: Budapest, estate 1944

Nel luglio del 1944, la grande comunità ebraica di Budapest contava circa 200.000 persone. 

Swedish protective document

Documento di protezione emesso a una donna ebrea dall’ambasciata svedese a Budapest, Ungheria, nel 1944. Questi documenti proteggevano il portatore da un’immediata deportazione da parte dei tedeschi al campo di sterminio di Auschwitz, nella Polonia occupata. La “W” nell'angolo inferiore sinistro indica che Raoul Wallenberg aveva avviato la pratica per il rilascio di quel documento.

Attribuzione:
  • US Holocaust Memorial Museum, courtesy of Lena Kurtz Deutsch

Quell’estate, le condizioni a Budapest erano desolanti. Le leggi e le misure antisemite del governo ungherese erano ancora pienamente in vigore. Notizie delle deportazioni dalle campagne erano giunte nella capitale. Il governo ungherese introdusse inoltre una forma di ghettizzazione diffusa nella città. Il governo ungherese e i membri del governo municipale di Budapest costrinsero gli ebrei a vivere in “case con la stella gialla” appositamente designate. Le autorità imposero anche il coprifuoco e altre restrizioni. 

Operazioni di salvataggio in Ungheria

La tempistica dell’Olocausto in Ungheria permise il compimento di alcune straordinarie operazioni di salvataggio. Questi sforzi furono realizzati sia da ebrei che da non ebrei.  

Degni di nota furono i leader ebrei del Comitato di Aiuti e Soccorso di Budapest che tentarono di negoziare con i leader nazisti e di corromperli per salvare gli ebrei in Ungheria. Il comitato negoziò un’operazione di salvataggio conosciuta come Trasporto Kasztner. In cambio di denaro e beni di valore, i funzionari nazisti accettarono di dare il permesso al trasferimento di cittadini ebrei verso un luogo sicuro. Oltre 1.600 ebrei furono salvati in questo modo.

Nell’estate e nell’autunno del 1944, si svolsero a Budapest diverse operazioni di salvataggio internazionali guidate dai membri delle missioni diplomatiche di Paesi neutrali, in particolare quelli della Svezia e della Svizzera. Raoul Wallenberg (Svezia) e Carl Lutz (Svizzera) coordinarono la creazione e la distribuzione di lasciapassare di protezione. Un lasciapassare di protezione (a volte chiamato Schutzpass) era un documento che indicava che una persona (o una famiglia) era sotto la presunta protezione di una potenza neutrale. I soccorritori crearono anche case di accoglienza per gli ebrei nella città e lavorarono spesso a stretto contatto con organizzazioni ebraiche e altri gruppi di soccorso. Wallenberg era stato reclutato dall’American War Refugee Board.

La presa del potere da parte delle Croci Frecciate in Ungheria

Nell’agosto del 1944, con l’ulteriore evolversi della guerra a favore degli Alleati, Horthy destituì il primo ministro Sztójay e istituì un nuovo governo. Inoltre, rimosse molti dei membri dell’estrema destra antisemita del governo Sztójay. A settembre, l’Armata Rossa (l’esercito sovietico) attraversò il confine per entrare in Ungheria e Horthy inviò alcuni rappresentanti per negoziare un cessate il fuoco con i sovietici.

Il 15 ottobre 1944, Horthy tentò di rompere apertamente con la Germania nazista annunciando un cessate il fuoco con i sovietici. Tuttavia, Horthy aveva fatto male i suoi piani e i tedeschi e i loro collaboratori ungheresi presero rapidamente il controllo della situazione. Le autorità tedesche arrestarono Horthy, lo minacciarono di uccidere il figlio e gli intimarono di istituire un nuovo governo. Horthy acconsentì. Il nuovo governo fu guidato da Ferenc Szálasi. Szálasi era il leader del partito fascista e radicalmente antisemita Nyilaskeresztes Párt (Croci Frecciate). Sotto la guida delle Croci Frecciate, l’Ungheria continuò a combattere contro i sovietici al fianco della Germania nazista.

Le milizie delle Croci Frecciate imposero un regime di terrore contro gli ebrei di Budapest. I membri delle Croci Frecciate (chiamati “Nyilas”) in diverse occasioni fucilarono gli ebrei sulle rive del Danubio facendoli così cadere direttamente nel fiume.

Deportazioni da Budapest, autunno 1944

Il 20 ottobre, le milizie delle Croci Frecciate cominciarono a radunare gli ebrei per mandarli ai lavori forzati. Il giorno seguente, il governo delle Croci Frecciate emise un ordine che imponeva agli uomini e alle donne ebree di svolgere i lavori forzati. Decine di migliaia di ebrei furono catturati attraverso i rastrellamenti. Inizialmente, dovettero scavare fossati anticarro intorno alla città. Il 6 novembre, il governo iniziò a deportarli a ovest verso Hegyeshalom (un villaggio lungo il confine tra Austria e Ungheria), facendoli camminare per circa 160 chilometri. Lungo il cammino, molti ebrei morirono di stenti o furono fucilati. Gli ebrei sopravvissuti al viaggio furono consegnati ai tedeschi, ufficialmente in via temporanea. Anche gli ungheresi diedero ai tedeschi “temporaneamente” squadre di ebrei destinati al lavoro forzato. Molti diplomatici (tra cui Raoul Wallenberg e Carl Lutz), le organizzazioni ebraiche e cittadini comuni ungheresi intervennero il più possibile, cercando di fornire aiuto o salvare più persone possibile dalle deportazioni. 

Decine di migliaia di ebrei ungheresi furono consegnati ai tedeschi tra novembre e dicembre del 1944. I tedeschi li obbligarono a svolgere i lavori forzati. Molti lavoratori sottoposti al lavoro forzato dovettero costruire trincee difensive. Lavorarono in condizioni estenuanti e spesso letali. Migliaia di persone morirono o furono uccise. Molte altri morirono successivamente durante le marce della morte nella primavera del 1945.  

Il ghetto di Budapest e il ghetto internazionale, novembre~dicembre 1944

Alla fine del 1944, il regime delle Croci Frecciate creò due ghetti a Budapest. 

Uno era un ghetto recintato nel tradizionale quartiere ebraico di Budapest. Il regime ordinò agli ebrei che vivevano nelle “case con stella gialla” di trasferirsi in questo ghetto. Il ghetto di Budapest era chiamato anche “ghetto di Pest” o “grande ghetto” ed era estremamente sovraffollato. Nel dicembre 1944 il ghetto fu isolato e l’accesso controllato dalle autorità. Ospitava circa 70.000 persone e vi morirono circa 3.000 persone. 

Gli ebrei con passaporti di protezione internazionale furono accolti in quello che divenne noto come il “ghetto internazionale”. Questo ghetto era anche denominato “ghetto protetto” o “piccolo ghetto”. L’area non era recintata, ma comprendeva un gruppo di palazzi residenziali sotto protezione internazionale. Ufficialmente, nel ghetto internazionale vivevano 15.600 persone. In realtà, migliaia di persone in più si rifugiarono in questo ghetto, tra cui persone con documenti protettivi falsificati o prive di qualsiasi documento effettivo.  

Migliaia di ebrei a Budapest si nascosero piuttosto che trasferirsi in uno dei due ghetti. 

La fine dell’Olocausto: la liberazione degli ebrei in Ungheria, 1944~1945

Man mano che l’Armata Rossa (l’esercito sovietico) avanzava verso ovest liberava gli ebrei in Ungheria. Tra coloro che furono liberati ci furono ebrei che prestavano servizio nelle squadre di lavoro forzato ed ebrei che si erano nascosti. 

Il 2 novembre 1944, i sovietici iniziarono l’attacco a Budapest. Nell’inverno del 1944~1945, i sovietici accerchiarono Budapest e assediarono la città. Le forze tedesche e quelle ungheresi combatterono strenuamente per difendere la capitale. Durante questo periodo, le milizie delle Croci Frecciate continuarono a compiere violenze contro gli ebrei. I sovietici liberarono il ghetto internazionale il 16 gennaio 1945 e il ghetto di Budapest tra il 17 e il 18 gennaio. Conquistarono il resto della città a febbraio. Ad aprile 1945, i sovietici avevano completamente preso il controllo dell’Ungheria.

Le forze sovietiche liberarono circa 119.000 ebrei a Budapest e un numero ridotto di persone nel resto del Paese. 

Numero delle vittime dell’Olocausto in Ungheria 

Jewish women and children deported from Hungary, separated from the men, line up for selection.

Donne e bambini ebrei deportati dall’Ungheria, separati dagli uomini, in fila per la selezione ad Auschwitz. Zona della Polonia occupata dai tedeschi, maggio 1944.

Attribuzione:
  • Yad Vashem Photo Archives

Nel 1941, circa 825.000 ebrei risiedevano in Ungheria e nei territori annessi. Oltre il 65% di loro (circa 550.000 persone) fu assassinato durante l’Olocausto. 

Tra i 44.000 e i 63.000 ebrei morirono o furono uccisi nella prima fase dell’Olocausto in Ungheria.

Nella seconda fase furono uccisi circa 500.000 ebrei ungheresi. Di questi, circa 330.000 furono uccisi nelle camere a gas all’arrivo al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Altre decine di migliaia di persone morirono durante la prigionia ad Auschwitz o in altri campi di concentramento tedeschi, nei campi di lavoro forzato e durante le marce della morte. Migliaia di persone furono uccise a Budapest dai miliziani ungheresi delle Croci Frecciate. 

Circa 250.000 ebrei di origine ungherese sopravvissero all’Olocausto. La loro sopravvivenza fu possibile solo grazie a una combinazione di fattori, in particolare i tempi con cui si svolse l’Olocausto, le operazioni di salvataggio e la fortuna.

Note a piè di pagina

  1. Footnote reference1.

    Alla fine del XIX secolo, l’Ungheria era una parte autonoma dell’Impero austro-ungarico. Durante la Prima Guerra Mondiale (1914~1918), l’Austria-Ungheria combatté a fianco delle Potenze Centrali, che includevano l’Impero Tedesco e l’Impero Ottomano. Quando fu chiaro che le Potenze Centrali stavano perdendo la guerra, l’Impero austro-ungarico crollò. Al suo posto nacquero nuovi stati-nazione indipendenti. Tra questi c’era l’Ungheria. Il collasso dell’impero portò a conflitti diplomatici e militari significativi su quale territorio dovesse appartenere a chi. Durante i negoziati di pace del dopoguerra, territori che erano stati parte dell’Ungheria furono assegnati ad altri Paesi. Questi Paesi includevano la Romania, il nuovo stato della Cecoslovacchia e il regno che divenne noto come Jugoslavia. Le perdite territoriali dell’Ungheria vennero confermate nel Trattato di Trianon. Il trattato fu firmato a Parigi nel giugno del 1920. L’Ungheria del dopoguerra comprendeva solo un terzo del territorio dell’Ungheria prebellica.

  2. Footnote reference2.

    Le prime deportazioni di ebrei dall’Ungheria ad Auschwitz avvennero dai campi di internamento ungheresi alla fine di aprile del 1944. È da notare che queste deportazioni, che si rivelarono organiche e sistematiche, ebbero inizio a metà maggio.

  3. Footnote reference3.

    In totale, gli studiosi stimano che circa 430.000 ebrei ungheresi siano stati deportati ad Auschwitz nel 1944. La gran parte delle deportazioni ad Auschwitz avvenne tra il 15 maggio e il 9 luglio. In quel periodo, circa 420.000 ebrei furono deportati dall’Ungheria ad Auschwitz. Il numero complessivo di 430.000 include i trasporti inviati dall’Ungheria ad Auschwitz alla fine di aprile del 1944 e diversi trasporti effettuati più tardi, nell’estate e all’inizio dell’autunno del 1944. Nel giugno del 1944, circa 15.000 ebrei furono deportati dai ghetti di transito in Ungheria a Strasshof, un campo di transito vicino a Vienna. Da lì furono assegnati ai lavori forzati a Vienna. Gli studiosi stimano che il 75% dei deportati di Strasshof sia sopravvissuto.

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