Illustration from an antisemitic children's primer.

L’antisemitismo: Introduzione

L’antisemitismo è il pregiudizio o l’odio nei confronti del popolo ebraico. Quell’odio fu alla base dell’Olocausto. Ma l’antisemitismo non è iniziato né è finito con l’Olocausto. L’antisemitismo esiste da migliaia di anni. Spesso ha assunto la forma di discriminazione e persecuzione sistematica degli ebrei. L’antisemitismo ha ripetutamente portato a violenze gravi e anche mortali contro il popolo ebraico.

Eventi principali

  • 1

    L’antisemitismo è un insieme di idee e credenze dettate dall’odio, con profonde radici storiche, sociali e culturali. Per molti secoli, il cristianesimo ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo e nella diffusione dell’antisemitismo in Europa, dove gli ebrei sono sempre stati una minoranza.

  • 2

    Oggi le idee e gli stereotipi antisemiti sono diffusi tra persone di ogni estrazione e religione, oltre che all’interno dell’intero spettro politico.

  • 3

    L’antisemitismo assume spesso la forma dell’individuazione di un capro espiatorio o di teorie complottiste basate su stereotipi e tropi. Queste teorie ritraggono falsamente gli ebrei come pericolosi per la società o addirittura per il mondo.

L’antisemitismo è il pregiudizio o l’odio nei confronti del popolo ebraico. È una forma di intolleranza e razzismo. Per secoli, gli antisemiti hanno demonizzato e disumanizzato gli ebrei diffondendo teorie del complotto, oppure tropi e stereotipi antisemiti.

L’antisemitismo è un insieme di credenze e idee dettate dall’odio contro gli ebrei e la religione ebraica, il giudaismo. Si basa su vecchi e diffusi pregiudizi. Tuttavia, la parola “antisemitismo” è molto più recente. È stata coniata in tedesco, “Antisemitismus”, alla fine del 1800. In italiano, “antisemitismo” è talvolta scritto “anti-semitismo”. 

L’antisemitismo è stato alla base dell’Olocausto. L’Olocausto (1933~1945) fu la persecuzione sistematica organizzata dallo Stato e il conseguente assassinio di sei milioni di ebrei europei ad opera della Germania nazista, dei suoi alleati e dei suoi collaboratori. I nazisti incitarono le persone a commettere un genocidio facendo leva su secoli di odio e pregiudizi antisemiti. 

Tuttavia, l’antisemitismo non è iniziato o finito con l’Olocausto. Per secoli, persone di diverse religioni, status socio-economico, opinioni politiche e contesti nazionali hanno espresso o agito sulla base di convinzioni e pregiudizi antisemiti. L’antisemitismo spesso culmina nella discriminazione e nella violenza contro gli ebrei.  

In Europa, l’odio e i pregiudizi nei confronti degli ebrei risalgono all’antichità e al primo cristianesimo. Per secoli, gli ebrei furono una minoranza, spesso perseguitata, in molti regni, imperi e Paesi europei. I pregiudizi contro gli ebrei erano dilaganti nella vita e nel pensiero europeo durante il Medioevo (circa 500~1400), nella prima età moderna (circa 1400~1789) e nei secoli XVIII e XIX (1700~1900), quando molti Paesi iniziarono a modernizzarsi e a diventare più laici. All’inizio del XX secolo, molti stereotipi, pregiudizi e leggende antisemiti erano ben consolidati e ampiamente accettati dalle persone in Germania e in altre società europee. Questo odio sistemico rese possibile l’Olocausto (1933~1945). 

Le radici cristiane dell’antisemitismo

Front page of the most popular issue ever of the Nazi publication, Der Stürmer, with a reprint of a medieval depiction of a purported ...

La prima pagina di un numero di Der Stürmer con un disegno medievale raffigurante un presunto assassinio rituale compiuto da Ebrei. Quello fu il numero, nella storia del giornale nazista, che vendette il più alto numero di copie.

Attribuzione:
  • US Holocaust Memorial Museum, courtesy of Virginius Dabney

L’antisemitismo affonda le sue radici nell’antigiudaismo dell’antichità e del primo cristianesimo. Molti stereotipi e cospirazioni che riguardano gli ebrei possono essere fatti risalire agli insegnamenti e alle pratiche cristiane antiche e medievali. I primi cristiani insegnavano che il cristianesimo aveva sostituito il giudaismo e che gli ebrei non erano più il popolo eletto da Dio. Sostenevano che gli ebrei fossero testardi e non in grado di vedere la verità perché non accettavano Gesù come Messia. Queste idee plasmarono la diffidenza e l’ostilità dei cristiani nei confronti degli ebrei per molti secoli.

Altre credenze o temi cristiani che hanno dato origine alle prime espressioni di pregiudizi antisemiti includono:  

  • la falsa accusa che gli ebrei abbiano ucciso Gesù, rafforzata negli insegnamenti ufficiali cristiani; 
  • il tradimento di Gesù da parte dell’apostolo Giuda Iscariota come simbolo della presunta slealtà e avidità ebraica;
  • le accuse cristiane agli ebrei di collaborare con il diavolo o di essere il diavolo;
  • le false accuse agli ebrei di essere responsabili di “omicidi rituali” di bambini cristiani, una menzogna nota come “accusa del sangue”.

Queste idee non sono più promosse attivamente dalla maggior parte delle chiese e delle denominazioni cristiane. Tuttavia, hanno influenzato per secoli l’atteggiamento nei confronti degli ebrei. Così, il cristianesimo e le idee cristiane sugli ebrei hanno costituito le fondamenta dell’antisemitismo. 

L’antisemitismo divenne dilagante nelle società di influenza cristiana di tutta Europa e nel mondo, anche in luoghi dove vivevano pochi o nessun ebreo. Oggi l’antisemitismo è diffuso anche nelle società non prevalentemente cristiane. 

Antisemitismo laico (non religioso)

L’antisemitismo comprende anche i pregiudizi laici (non religiosi) sugli ebrei. Nel corso di molti secoli in Europa si sono sviluppate idee e convinzioni negative sugli ebrei, di tipo economico, nazionalista e razziale. L’odio e i pregiudizi laici derivavano dalla posizione degli ebrei come minoranza nelle società europee a maggioranza cristiana. In breve, l’antisemitismo è costituito da idee e convinzioni sia religiose che laiche dettate dall’odio nei confronti del popolo ebraico. 

Antisemitismo economico  

L’antisemitismo economico si basa su stereotipi dannosi e umilianti secondo cui gli ebrei sono intrinsecamente avidi, avari o interessati solo al denaro. In inglese, l’espressione antisemita “Jew down” (che significa “contrattare” o “truffare”) è un esempio attuale di questo pregiudizio. Un altro esempio è quello di associare erroneamente gli ebrei al prestito di denaro, alle banche o alla finanza, nonostante la maggior parte degli ebrei non svolga queste professioni. 

L’antisemitismo economico ha radici storiche nell’Europa medievale e della prima età moderna. Per secoli, molte autorità europee vietarono agli ebrei di possedere terreni, di dedicarsi all’agricoltura o di svolgere la maggior parte dei mestieri e delle attività commerciali. Queste restrizioni erano generalmente motivate da pregiudizi religiosi. Per guadagnarsi da vivere, molti ebrei spesso non avevano altra scelta che lavorare nel commercio, nel prestito di denaro o nel cambio di valuta. Per la maggior parte degli ebrei, le attività commerciali erano su piccola scala, come il commercio ambulante. Molti ebrei vivevano in povertà. Ma in pochissimi casi, singole famiglie ebraiche diventarono importanti e ricche prestando denaro ai membri delle corti o a alle monarchie. Tali eccezioni diedero origine a distorsioni e menzogne sulla ricchezza degli ebrei. Queste menzogne si basavano su vecchi pregiudizi religiosi e, a loro volta, ispirarono teorie complottiste laiche secondo cui gli ebrei usavano questa presunta ricchezza per detenere il potere. 

Nel XIX secolo, alcune figure politiche iniziarono a incorporare idee economiche antisemite nelle loro teorie politiche. Per esempio inclusero queste idee nelle critiche al capitalismo di destra e di sinistra. I teorici politici antisemiti incolpavano gli ebrei dell’esistenza di interi sistemi economici, come il capitalismo e il socialismo. Questa pratica continua nel XXI secolo, anche se la maggior parte dei capitalisti, degli industriali e delle persone estremamente ricche non sono ebrei. 

Antisemitismo nazionalista 

L’antisemitismo nazionalista si basa su stereotipi nocivi e umilianti secondo i quali gli ebrei sono “estranei” sospetti, o cittadini sleali o antipatriottici. L’antisemitismo nazionalista sostiene anche che gli ebrei abbiano legami internazionali pericolosi e sospetti. Gli antisemiti nazionalisti usano comunemente le parole “cosmopolita” o “globalista” come termini in codice per gli ebrei. 

L’ostilità nazionalista verso gli ebrei e la loro esclusione risale alla fine del XVIII e all’inizio del XIX secolo. È in questo periodo che il nazionalismo diventa un’idea potente in Europa. Molti intellettuali e scrittori nazionalisti definivano il concetto di nazione come la condivisione di storia, lingua, religione e cultura. Spesso mettevano in dubbio che gli ebrei potessero essere membri della nazione. Sulla base di queste nuove idee e dei vecchi pregiudizi, molti nazionalisti etichettarono gli ebrei come “stranieri”. 

Alla fine del XIX secolo si diffuse una forma radicale di nazionalismo chiamata etno-nazionalismo. L’etno-nazionalismo definiva l’appartenenza alla nazione in base all’ereditarietà e all’etnia. Molti gruppi etno-nazionalisti sono stati esplicitamente e apertamente antisemiti. Non credevano che gli ebrei potessero mai diventare membri della nazione. I movimenti politici etno-nazionalisti chiedevano l’esclusione ufficiale degli ebrei dalla vita economica, sociale e politica. Alcuni sostenevano addirittura l’emigrazione forzata degli ebrei. La crescita di associazioni e movimenti politici etno-nazionalisti antisemiti è proseguita nel XX e XXI secolo. Il più importante di questi è stato il partito nazista. 

Antisemitismo razziale

Eugenics poster entitled "The Nuremberg Law for the Protection of Blood and German Honor."

Poster di eugenetica intitolato "La Legge di Norimberga per la protezione del sangue e dell'onore tedesco". L'illustrazione rappresenta una mappa stilizzata dei confini della Germania centrale sulla quale è impresso lo schema dei matrimoni proibiti tra Ariani e non Ariani e il testo della legge per la protezione del sangue e dell'onore tedesco. Nel testo in tedesco, in basso, si legge: "Il mantenimento della purezza del sangue assicura la sopravvivenza del popolo tedesco".

Attribuzione:
  • US Holocaust Memorial Museum, courtesy of Hans Pauli

L’antisemitismo razziale si basa sull’idea discriminatoria e falsa che gli ebrei siano una razza biologicamente separata, inferiore o addirittura parassita. Questo concetto era una componente chiave dell’ideologia nazista. L’antisemitismo razziale rimane oggi un elemento significativo dell’antisemitismo. Persone di diversa provenienza e con diverse convinzioni politiche fanno affermazioni false sulla presunta identità razziale degli ebrei. 

L’antisemitismo razziale risale alla fine del XIX secolo. È in questo periodo che le teorie scientifiche sulla razza, l’eugenetica e il darwinismo sociale diventano popolari in Europa, negli Stati Uniti e altrove. Gli antisemiti hanno usato queste teorie per dare una parvenza di credibilità scientifica al loro odio nei confronti degli ebrei. Le ricerche sul DNA e sul genoma umano dimostrano che queste idee erano errate. Non esistono prove scientifiche dell’esistenza di razze biologiche distinte di alcun tipo. 

L’Identificazione antisemita di un capro espiatorio e le teorie complottiste 

Gli antisemiti utilizzano spesso gli ebrei come capro espiatorio e teorie della cospirazione per dipingere gli ebrei come pericolosi per la società o per il mondo. Questa demonizzazione degli ebrei è iniziata con il primo cristianesimo. L’identificazione degli ebrei come capro espiatorio e le teorie complottiste si basano spesso anche su pregiudizi di lunga data economici, nazionalisti e razzisti nei confronti degli ebrei.

Nel corso della storia, gli antisemiti hanno spesso incolpato erroneamente gli ebrei di essere responsabili di molti tra i problemi più seri di una società, usando gli ebrei o il popolo ebraico come capro espiatorio. Contrariamente ai fatti e alla ragione, gli antisemiti hanno falsamente incolpato gli ebrei per: 

  • l’inizio di pestilenze ed epidemie, come la peste nera (peste bubbonica);
  • sconfitte militari, come la sconfitta della Germania nella Prima Guerra Mondiale;  
  • la diffusione del comunismo e di altri movimenti politici radicali; 
  • l’orchestrazione dell’imperialismo europeo, il colonialismo e la tratta degli schiavi; e
  • crisi finanziarie, come la Grande Depressione.

Nessuna di queste accuse è vera. 

I teorici della cospirazione antisemita cercano di spiegare i principali eventi mondiali come il risultato di complotti segreti portati avanti da un oscuro gruppo di ebrei. Ritraggono gli ebrei come sinistri “burattinai”.

La più famosa teoria del complotto antisemita nacque intorno al 1900 con una pubblicazione antisemita chiamata The Protocols of the Elders of Zion (I Protocolli dei Savi di Sion). Altre teorie complottiste di questo tipo includono accuse inventate che una società segreta di ebrei controlli segretamente i media, Hollywood o addirittura il mondo.

La ricerca antisemita del capro espiatorio e le teorie cospirative riemergono e si trasformano in periodi di grandi sconvolgimenti sociali, economici e politici o in momenti di incertezza. I gruppi politici antisemiti, come i nazisti, hanno spesso attinto a queste menzogne, adattandole e diffondendole per conquistare sostenitori.

L’antisemitismo in pratica 

Per secoli, l’antisemitismo ha plasmato il modo in cui le società e gli individui non ebrei trattano gli ebrei. Governi, autorità religiose, associazioni private, scuole, università e aziende hanno varato leggi o adottato pratiche e politiche che discriminano gli ebrei e limitano i modi in cui possono vivere. Gli ebrei sono stati presi di mira con insulti spregevoli, caricature crudeli e violenze personali. 

Politiche e restrizioni ufficiali contro l’antisemitismo

Fin dall’antichità, diverse autorità in Europa e altrove hanno imposto restrizioni agli ebrei. Queste restrizioni erano applicate da leggi, decreti e politiche ufficiali emanati da istituzioni religiose o governative. I modi più comuni in cui le autorità e i governi religiosi o laici hanno preso di mira gli ebrei sono stati: 

  • l’espulsione degli ebrei dai territori (ad esempio, dall’Inghilterra nel 1290, dalla Francia nel 1394 e dalla Spagna nel 1492);
  • il contrassegnare visibilmente gli ebrei con cappelli, distintivi o simboli, tra cui la Stella di David;
  • Il divieto per gli ebrei di possedere terreni;
  • l’imposizione di ulteriori tasse alle persone e alle comunità ebraiche; 
  • l’approvazione di leggi che limitano fortemente le opportunità di lavoro o di istruzione per gli ebrei, come la legge del numero chiuso in Ungheria nel 1920;
  • il costringere gli ebrei a convertirsi al cristianesimo o all’Islam sotto la minaccia di morte; 
  • Il rifiuto di permettere agli ebrei di prestare servizio nell’esercito o nel governo; e
  • l’imposizione di limiti ai luoghi in cui gli ebrei possono vivere (ad esempio, i ghetti o la Zona di residenza creata dall’Impero russo). 

Discriminazione sociale contro gli ebrei

Propaganda cartoon warning of a worldwide Jewish conspiracy.

Vignetta di propaganda nazista creata dal vignettista politico Seppla (Josef Plank). Germania, data incerta [probabilmente durante la Seconda Guerra Mondiale].

A partire dagli anni Venti, la propaganda nazista promosse il mito antisemita secondo cui gli ebrei erano coinvolti in una cospirazione di massa per conquistare il mondo. Secondo questa falsa teoria “la comunità ebraica internazionale” si serviva di diverse persone e gruppi come parte di un piano per la conquista a livello globale. In quel periodo, questo mito era spesso raffigurato con la metafora visiva di un polipo che estende i suoi tentacoli sul mondo.

È probabile che Seppla abbia creato questa vignetta nei primi anni Quaranta, quando la Germania nazista era in guerra con la Gran Bretagna. Nella vignetta, il polipo ha il volto del primo ministro britannico Winston Churchill. Sopra la testa del polipo è raffigurata la stella di David ebraica. Nella vignetta sembra che i tentacoli perdano la presa sul mondo e l’Europa sembra essere libera dal controllo del polipo.

Nella vignetta di Seppla, sembra che il polipo simboleggi sia il mito antisemita della “comunità ebraica internazionale” che la Gran Bretagna. L’immagine suggeriva che Churchill fosse uno strumento della presunta “cospirazione”. La vignetta suggeriva anche che gli ebrei e la Gran Bretagna sarebbero stati sconfitti.

Per secoli, molte istituzioni, associazioni o imprese hanno volontariamente discriminato gli ebrei. Questo tipo di discriminazione riflette la natura sistemica dell’antisemitismo in molte società. Le forme più comuni di discriminazione sociale nei confronti degli ebrei includono: 

  • il divieto per gli ebrei di far parte di club privati o associazioni professionali (ad esempio, i sindacati, le confraternite studentesche tedesche del XIX secolo o i country club americani del XX secolo);
  • il rifiuto di permettere agli ebrei di acquistare proprietà in determinate aree; 
  • il divieto per gli studenti ebrei di frequentare un’università o il limite posto al numero di studenti ebrei in base a un sistema di quote; 
  • il rifiuto di assumere dipendenti ebrei; 
  • il boicottaggio di aziende di proprietà di ebrei, come il boicottaggio dell’estrema destra in Polonia alla fine degli anni Trenta; oppure
  • la diffusione di menzogne antisemite e teorie cospirative tramite la stampa e i media.

Espressioni interpersonali di antisemitismo

Per secoli, gli stereotipi e i pregiudizi antisemiti hanno caratterizzato le interazioni tra ebrei e non ebrei. Individui o gruppi antisemiti hanno preso di mira gli ebrei nei seguenti modi: 

  • usando insulti o raccontando barzellette basate su stereotipi antisemiti e teorie cospirative; 
  • creando caricature o descrivendo gli ebrei come persone con il naso adunco o altre caratteristiche caricaturali; 
  • ritraendo gli ebrei come predatori sessuali o portatori di malattie;
  • disumanizzando gli ebrei nell’arte o in altre immagini, raffigurandoli come maiali, parassiti, polipi o altri animali.
  • etichettando persone o idee come ebraiche per farne il bersaglio di abusi; 
  • vandalizzando, bruciando o profanando in altro modo sinagoghe, cimiteri, scuole o altri spazi religiosi o comunitari ebraici; e 
  • assalendo, picchiando, o addirittura uccidendo individui in quanto percepiti come ebrei.

Sebbene le politiche e le restrizioni antisemite siano oggi meno comuni, le espressioni di pregiudizio antisemita si verificano ancora nelle strade, nei discorsi politici, nelle chiese, nelle moschee, nei campus universitari e nelle aule scolastiche, sulla stampa, sui social media e alla radio.

Violenze di massa contro gli ebrei

L’antisemitismo è spesso culminato in violenze di massa contro gli ebrei. L’uso degli ebrei come  capro espiatorio e le teorie cospirative hanno spesso motivato gli antisemiti a prendere di mira gli ebrei con la violenza. Il fatto che gli ebrei fossero una minoranza in Europa li rendeva vulnerabili ad attacchi feroci.

Tra gli esempi più noti di violenza di massa contro gli ebrei prima dell’Olocausto vi sono: 

  • massacri di intere comunità ebraiche da parte dei soldati cristiani durante le Crociate nel Medioevo;
  • torture ed esecuzioni di ebrei da parte di funzionari cattolici spagnoli durante l’Inquisizione spagnola (1478~1834); 
  • disordini contro le comunità ebraiche perpetrati in tutta Europa da folle di cittadini in risposta alle accuse false che gli ebrei usassero il sangue dei cristiani per i loro riti, in particolare quelli legati alla Pasqua cristiana e alla festività ebraica di Passover; e
  • pogrom (sommosse antiebraiche spesso mortali) perpetrati da soldati, polizia e folle di cittadini nell’Europa orientale tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. 

La portata della violenza e degli omicidi di massa antisemiti durante l’Olocausto (1933~1945) costituisce una categoria a sé stante. I nazisti, i loro alleati e collaboratori uccisero sei milioni di ebrei in un genocidio sistematico sponsorizzato dallo Stato. I nazisti incitarono le persone a commettere un genocidio facendo leva su secoli di odio e pregiudizi antisemiti.  

Tuttavia, l’Olocausto non segnò la fine della violenza di massa antisemita. La violenza antisemita rimane una minaccia per gli ebrei e per le organizzazioni ebraiche in tutto il mondo.  

La distorsione e la negazione dell’Olocausto come forme di antisemitismo

La negazione e la distorsione dell’Olocausto sono forme più recenti di antisemitismo. 

  • La negazione dell’Olocausto consiste in qualsiasi tentativo di negare i fatti accertati del genocidio degli ebrei europei attuato dalla Germania nazista.
  • La distorsione dell’Olocausto è rappresentata da qualsiasi affermazione che travisa i fatti accertati dell’Olocausto. 

La negazione e la distorsione dell’Olocausto sfruttano e aggiornano vecchi stereotipi antisemiti. Le persone che diffondono queste teorie irrazionali sostengono che l’Olocausto sia stato inventato o esagerato dagli ebrei per portare avanti i propri interessi.

Alla fine del XX e del XXI secolo, alcuni antisemiti hanno abusato o sfruttato la storia documentata dell’Olocausto: 

  • usando i simboli nazisti (in particolare la svastica) per intimidire o terrorizzare gli ebrei; 
  • minacciando gli ebrei con riferimenti a camere a gas o forni;
  • tracciando analogie tra lo Stato di Israele e la Germania nazista; e
  • facendo paragoni che distorcono, sminuiscono o banalizzano i crimini documentati commessi durante l’Olocausto. 

Un odio sfaccettato e duraturo 

L’antisemitismo è un insieme di idee e credenze dettate dall’odio con profonde radici storiche, sociali e culturali. Oggi le idee e gli stereotipi antisemiti sono sostenuti da persone provenienti da diversi contesti religiosi, etnici e sociali e da tutto lo spettro politico, sia di destra che di sinistra. Queste persone utilizzano tropi antisemiti basati sull’odio e stereotipi e teorie della cospirazione per promuovere i loro programmi ideologici. Così facendo, demonizzano e disumanizzano gli ebrei. 

L’antisemitismo inizia spesso con la retorica, con offese, con usarli come capri espiatori o con insulti. La storia ha dimostrato che l‘antisemitismo può degenerare in una più ampia discriminazione, disumanizzazione, violenza di massa e infine genocidio.

Note a piè di pagina

  1. Footnote reference1.

    Questo si chiama “supersessionismo” o “teologia della sostituzione”.

  2. Footnote reference2.

    Per secoli, molti cristiani hanno creduto che gli ebrei avessero commesso un deicidio uccidendo Gesù. In realtà, Gesù fu ucciso dalle autorità romane. I leader delle varie tradizioni cristiane hanno rafforzato questa falsa credenza nei loro insegnamenti ufficiali. Solo alla fine del XX secolo alcune chiese cristiane hanno condannato l’accusa di deicidio come falsa. Per esempio, la Chiesa cattolica romana ha ripudiato queste menzogne nell’ambito del Concilio Vaticano II nel 1965.

  3. Footnote reference3.

    Molti stereotipi cristiani antisemiti possono essere fatti risalire alla figura di Giuda Iscariota del primo secolo, che, come Gesù, era ebreo. Nelle scritture cristiane, Giuda tradisce Gesù in cambio di 30 monete d’argento. Nell’Europa a maggioranza cristiana, questa rappresentazione si trasformò in uno stereotipo degli ebrei, simboleggiati da Giuda, come sleali e avidi.

  4. Footnote reference4.

    Nel tardo Medioevo e all’inizio dell’età moderna, molti cristiani accusavano gli ebrei di collaborare con il diavolo o addirittura di essere il diavolo. Queste affermazioni divennero parte integrante dei trattati, della teologia, delle opere morali, dell’arte e dei racconti popolari cristiani. In particolare nel 1543, Martin Lutero, il teologo che diede inizio alla Riforma protestante nel 1517, scrisse un trattato offensivo sugli ebrei. Infuriato per il fatto che gli ebrei non si fossero convertiti al cristianesimo sulla scia della Riforma, etichettò ostilmente gli ebrei come discendenti del diavolo. Gli artisti cristiani spesso raffiguravano gli ebrei come il diavolo o come figure animalesche con corna, artigli, denti seghettati e/o zoccoli.

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