I processi del dopoguerra
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, tribunali internazionali, nazionali e militari misero sotto processo decine di migliaia di criminali di guerra. Gli sforzi per consegnare alla giustizia gli autori dei crimini dell'epoca nazista continuano ancora oggi, nel 21° secolo. Sfortunatamente, la maggior parte dei colpevoli non è mai stata processata o punita. Ciò nonostante, i processi del dopoguerra hanno stabilito importanti precedenti legali. Oggi, i tribunali internazionali e nazionali cercano di sostenere il principio per cui chi commette atrocità di guerra deve risponderne davanti alla giustizia.
Eventi principali
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Tra il 1945 e il 1949, la Gran Bretagna, la Francia, l'Unione Sovietica e soprattutto gli Stati Uniti processarono i leader nazisti della diplomatizia, dell’economia, della politica e delle forze armate davanti al Tribunale Militare Internazionale (TMI) istituito a Norimberga, in Germania. I processi di Norimberga sono i più noti tra i processi del dopoguerra.
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Nel dopoguerra, decine di migliaia di criminali di guerra tedeschi e dei loro collaboratori non tedeschi furono processati da tribunali in Germania o nelle nazioni che la Germania aveva occupato durante la Seconda Guerra Mondiale, o che avevano collaborato con i tedeschi nella persecuzione delle popolazioni civili. Gli sforzi per portare davanti alla giustizia gli autori dei crimini nazisti continuano ancora oggi, nel 21° secolo.
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I processi agli autori dei crimini nazisti stabilirono dei precedenti legali duraturi e aiutarono a stabilire il principio, ora ampiamente accettato, che crimini come il genocidio e i crimini contro l'umanità non devono rimanere impuniti.
Quadro generale
Prima della Seconda Guerra Mondiale, i processi penali non avevano mai avuto un ruolo importante negli sforzi per ristabilire la pace dopo un conflitto internazionale. Dopo la Prima Guerra Mondiale, ad esempio, gli alleati vittoriosi punirono la Germania costringendola a cedere territori e a pagare ingenti somme come risarcimento per aver condotto una guerra d'aggressione. Già durante la Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, mentre la Germania nazista e i suoi alleati dell'Asse commettevano atrocità su vasta scala, mettere sotto processo i responsabili di quei crimini divenne uno degli obiettivi di guerra delle potenze Alleate.
Nell'ottobre 1943, il presidente americano Franklin D. Roosevelt, il primo ministro britannico Winston Churchill e il premier sovietico Iosif Stalin firmarono la Dichiarazione di Mosca sulle atrocità tedesche. La dichiarazione affermava che, al momento dell'armistizio, i tedeschi ritenuti responsabili di atrocità sarebbero stati estradati nei paesi in cui erano stati commessi quei crimini e lì sarebbero stati giudicati e puniti secondo le leggi della nazione coinvolta. I "grandi" criminali di guerra, i cui crimini non potevano essere delimitati a una particolare area geografica, sarebbero stati puniti con una decisione congiunta dei governi Alleati.
Il Tribunale militare internazionale di Norimberga
Nell'agosto 1945, Gran Bretagna, Francia, Unione Sovietica e Stati Uniti firmarono l'Accordo e la Carta di Londra (chiamata anche Carta di Norimberga). La Carta istituì un Tribunale Militare Internazionale (TMI) a Norimberga, in Germania, per processare i principali criminali di guerra tedeschi. Inoltre, la Carta assegnò al TMI la giurisdizione sui crimini contro la pace, i crimini di guerra e i crimini contro l'umanità, che includono crimini come "omicidio, sterminio, schiavitù, deportazione (...) o persecuzioni per motivi politici, razziali o religiosi".
Il più famoso dei processi per crimini di guerra tenuti dopo la guerra fu il processo a 22 alti funzionari tedeschi davanti al TMI di Norimberga. Questo processo iniziò il 20 novembre 1945. Il TMI raggiunse il suo verdetto il 1° ottobre 1946, condannando 19 degli imputati e assolvendone 3. Tra i condannati, 12 ricevettero una condanna a morte; tra loro il maresciallo del Reich Hermann Göring, Hans Frank, Alfred Rosenberg e Julius Streicher. Il TMI condannò 3 imputati all'ergastolo e 4 a pene detentive tra i 10 e i 20 anni.
Oltre al TMI di Norimberga, le potenze Alleate istituirono il Tribunale Militare Internazionale per l'Estremo Oriente a Tokyo, nel 1946, che processò i più importanti funzionari giapponesi.
I successivi processi di Norimberga
Sotto l'egida del TMI di Norimberga, i tribunali militari statunitensi condussero altri 12 processi. Questi sono spesso indicati collettivamente come i "successivi processi di Norimberga".
Tra il dicembre 1946 e l'aprile 1949, gli inquirenti americani processarono 177 persone, portando alla condanna di 97 imputati. Tra i gruppi che furono processati vi furono importanti personalità mediche, membri delle Einsatzgruppen, membri dell'apparato giuridico tedesco e del Ministero degli Esteri tedesco, membri dell'Alto Comando tedesco e i maggiori industriali tedeschi.
Altri processi nelle zone di occupazione Alleate
Nell'immediato dopoguerra, ciascuna delle quattro potenze Alleate che occupavano la Germania e l'Austria (Francia, Gran Bretagna, Unione Sovietica e Stati Uniti) processò diversi imputati per crimini di guerra che erano stati commessi nella rispettiva zona di occupazione. Per la stragrande maggioranza, questi processi per crimini di guerra post-1945 coinvolsero ufficiali e funzionari nazisti di minore levatura. Gran parte delle prime informazioni sul sistema tedesco dei campi di concentramento proviene dalle prove e dalle testimonianze oculari di alcuni di questi processi.
I funzionari dell'occupazione Alleata consideravano la ricostruzione del sistema giudiziario tedesco un passo importante nella denazificazione della Germania. La legge n. 10 del dicembre 1945 emanata dal Consiglio di Controllo Alleato autorizzava i tribunali tedeschi a giudicare i crimini contro l'umanità commessi durante gli anni della guerra da cittadini tedeschi contro altri cittadini tedeschi o contro apolidi in Germania. Di conseguenza, i processi contro crimini commessi dai nazisti, come l’assassinio di persone con disabilità (descritto dai nazisti come "eutanasia"), dove sia le vittime che i colpevoli erano stati per lo più cittadini tedeschi, fu affidata ai tribunali tedeschi appena ricostituiti.
I processi del dopoguerra in Germania
Nel 1949, la Germania venne formalmente divisa in due paesi separati. La Repubblica Federale Tedesca (Germania Ovest) fu stabilita nelle zone occupate da Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti come alleata di questi paesi. La Repubblica Democratica Tedesca (Germania Est) fu stabilita nella zona di occupazione sovietica come alleata dell'Unione Sovietica. Entrambi i paesi continuarono a celebrare processi contro imputati dell'epoca nazista nei decenni successivi.
Dal 1949, furono condotti dalla Repubblica Federale Tedesca (cioè la Germania Ovest prima della caduta del muro di Berlino nel 1990, e la Germania unita dopo) più di 900 procedimenti contro imputati dell'era nazionalsocialista. Questi procedimenti sono stati spesso criticati perché la maggiorparte degli imputati sono stati assolti o hanno ricevuto sentenze leggere. Inoltre, migliaia di funzionari e presunti criminali di guerra nazisti non hanno mai affrontato un processo e molti sono tornati alle professioni che avevano esercitato sotto il Terzo Reich. Ad esempio, la maggioranza dei giudici nella Germania occidentale fu costituita da ex ufficiali nazisti per diversi decenni dopo la guerra.
Altri processi del dopoguerra
Molte nazioni occupate dalla Germania durante la Seconda Guerra Mondiale, o che avevano collaborato con i tedeschi nella persecuzione delle popolazioni civili, compresi gli ebrei, processarono sia i responsabili tedeschi che coloro tra i loro stessi cittadini che avevano commesso crimini durante la guerra. Cecoslovacchia, Francia, Ungheria, Polonia, Romania e Unione Sovietica, tra gli altri, processarono migliaia di imputati. L'Unione Sovietica, ad esempio, tenne il suo primo processo contro i collaboratori locali, il Processo di Krasnodar, nel 1943, molto prima che la Seconda Guerra Mondiale fosse conclusa.
In Polonia, il Tribunale nazionale supremo perseguì 49 funzionari nazisti che avevano commesso crimini durante l'occupazione nazista della Polonia. Tra loro c'era Rudolf Höss, il comandante di Auschwitz rimasto in carica più a lungo. Fu condannato a morte e impiccato nel blocco delle esecuzioni di Auschwitz nell'aprile 1947. Il Tribunale Nazionale Supremo processò e condannò a morte anche altro personale di Auschwitz, tra cui l'ex comandante Arthur Liebehenschel, così come Amon Göth, che comandava il campo di concentramento di Plaszow.
Nel 1950, le preoccupazioni internazionali relative alla guerra fredda eclissarono l'interesse per la giustizia per i crimini della Seconda Guerra Mondiale. Per la maggior parte, i processi fuori dalla Germania cessarono, e molti dei condannati che non erano stati giustiziati furono liberati durante gli anni '50.
Il processo Eichmann
Al di fuori della Polonia, i crimini contro gli ebrei non erano al centro della maggior parte dei processi del dopoguerra, e la consapevolezza o comprensione dell'Olocausto a livello internazionale, nell'immediato dopoguerra, era decisamente ridotta. Questo cambiò nel 1961 con il processo, davanti a un tribunale israeliano, di Adolf Eichmann, il principale funzionario che aveva gestito la deportazione degli ebrei europei. Il processo Eichmann inoltre portò l’attenzione sulla presenza di criminali di guerra nazisti in diversi paesi al di fuori dell'Europa, in quanto Eichmann si era stabilito in Argentina dopo la guerra.
Nel 1979, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti istituì l'Ufficio Indagini Speciali per perseguire gli autori di crimini nazisti che vivevano negli Stati Uniti. Un decennio dopo, anche l'Australia, la Gran Bretagna e il Canada cercarono di perseguire i criminali di guerra nazisti che vivevano nei loro confini. La caccia ai criminali di guerra tedeschi e dell'Asse continua ancora nel 21° secolo.
Influenze dei processi
I processi del dopoguerra contro i crimini nazisti stabilirono importanti precedenti legali.
Nel 1946, le Nazioni Unite riconobbero all'unanimità il crimine di aggressione, i crimini di guerra e i crimini contro l'umanità come reati compresi dal diritto internazionale. L'ONU successivamente introdusse ampliamenti del diritto penale internazionale volti a proteggere i civili dalle atrocità di guerra. Ad esempio, nel 1948, l'ONU adottò la Convenzione per la Prevenzione e la Punizione del Crimine di Genocidio.
Dalla fine della guerra fredda, diversi tribunali speciali hanno giudicato crimini internazionali commessi in paesi specifici, come il genocidio commesso in Ruanda nel 1994. Nel 2002 è entrata in funzione una nuova Corte Penale Internazionale permanente. Anche i tribunali nazionali di alcuni paesi perseguono gli autori di crimini internazionali. Nonostante che questo genere di azione penale sia rara, è ormai opinione comune che gli stati abbiano il dovere di proteggere i civili contro le atrocità e di punire coloro che le commettono.