Tra l’11 e il 13 marzo 1938, la Germania nazista annesse la confinante Austria (Österreich). Questo evento è passato alla storia con il nome di “Anschluss”, una parola tedesca che significa “annessione” o “unione”. 

Austria, 1933

Con l’annessione dell’Austria, i nazisti violarono il Trattato di Versailles e il Trattato di Saint-Germain. I due trattati proibivano espressamente l’unificazione di Austria e Germania. L’Anschluss dimostrò l’indifferenza dei nazisti nei confronti dell’ordine europeo stabilito dopo la Prima Guerra Mondiale e fu il primo atto di espansione territoriale commesso dalla Germania nazista.

Le altre potenze europee non punirono i nazisti per la violazione dei trattati internazionali. L’accettazione dell’Anschluss da parte delle potenze europee fu un significativo atto di pacificazione che permise ad Adolf Hitler di continuare le sue politiche espansionistiche indisturbato. 

L’Anschluss trasformò l’Austria, che cessò di esistere da un giorno all’altro. Nei giorni, le settimane e i mesi che seguirono, i nazisti tedeschi e austriaci portarono avanti la nazificazione di tutti gli aspetti della vita austriaca. Molti austriaci parteciparono con entusiasmo a questa trasformazione. Nell’ambito dell’Anschluss, gli austriaci perseguitarono la popolazione ebraica del Paese, applicarono le politiche naziste e presero parte alla Seconda Guerra Mondiale a fianco della Germania. Gli austriaci parteciparono anche all’omicidio di massa degli ebrei europei.

L’Anschluss si sarebbe potuto evitare, così come la rapida nazificazione dell’Austria. Tuttavia, alcuni fattori ed eventi storici facilitarono questi processi.

I tedeschi etnici in Austria 

Nel periodo compreso tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, l’Austria contava circa 6,5 milioni di abitanti. Molte di queste persone si consideravano etnicamente tedesche. 

In questo periodo storico, milioni di persone che si consideravano tedesche vivevano al di fuori della Germania. Molte di queste persone vivevano in aree geografiche che prima facevano parte dell’Impero austro-ungarico.1 L’Austria-Ungheria era collassata alla fine della Prima Guerra Mondiale, nel 1918, e al suo posto erano stati stabiliti nuovi stati. Tra questi c’erano l’Austria, la Cecoslovacchia e la Polonia. In questi Paesi abitavano milioni di persone che si consideravano tedesche e che parlavano il tedesco come lingua principale. 

Negli anni Venti, molti austriaci pensavano che il loro Paese non sarebbe potuto sopravvivere economicamente senza i territori che in precedenza facevano parte dell’Austria-Ungheria. Alcuni austriaci speravano di risolvere questo problema ripristinando l’Impero. Altri volevano che l’Austria si unisse alla Germania. L’aspirazione ad unificare Austria e Germania non era una novità. Le discussioni e i dibattiti relativi al ruolo dell’Austria in uno stato-nazione tedesco risalivano al XIX secolo. 

I trattati di pace che terminarono la Prima Guerra Mondiale proibivano espressamente l’unificazione di Germania e Austria. I leader europei temevano che l’unione di Germania e Austria avrebbe creato uno stato troppo grande e potente. Anche gli accordi finanziari internazionali successivi richiedevano che l’Austria rimanesse indipendente dalla Germania. 

I piani di Adolf Hitler per l’Austria

Adolf Hitler e i nazisti volevano ridisegnare la mappa dell’Europa post Prima Guerra Mondiale, in quanto consideravano i confini internazionali postbellici ingiusti ed illegittimi e affermavano che ai tedeschi era stato negato il diritto all’autodeterminazione. Ridisegnare i confini dell’Europa avrebbe permesso ai nazisti di raggiungere due obiettivi principali:

  • unire tutti i tedeschi all’interno di un impero nazista;
  • e acquisire “Lebensraum” in Europa orientale.

L’annessione dell’Austria avrebbe aiutato i nazisti a raggiungere il primo obiettivo. 

Adolf Hitler espresse il suo desiderio di unificare Austria e Germania già nei suoi primi scritti e discorsi. Nel primo punto del Programma del Partito Nazista (1920) si afferma: 

“Chiediamo l’unione di tutti i tedeschi nella Grande Germania (Großdeutschland) sulla base del diritto all’autodeterminazione nazionale.” 

Hitler aprì la sua autobiografia e trattato politico Mein Kampf con la sua visione della futura relazione tra Austria e Germania, scrivendo:

“...la riunificazione [di Austria e Germania] è un obiettivo da raggiungere a tutti i costi! L’Austria tedesca deve rientrare nella grande Madrepatria tedesca... le persone dello stesso sangue devono appartenere allo stesso REICH.” 

Nel gennaio del 1933, Hitler fu nominato cancelliere della Germania. In qualità di cancelliere, il suo obiettivo era effettuare l’unificazione di Austria e Germania. Tuttavia, la Germania non era ancora pronta dal punto di vista militare e diplomatico a portare avanti gli obiettivi di politica estera di Hitler. Per prima cosa, quindi, Hitler e gli altri leader nazisti si concentrarono sulla creazione di una dittatura nazista. Tuttavia, dietro le quinte, appena preso il potere iniziarono subito a pianificare l’espansione territoriale e una guerra europea. 

La nascita e l’impatto del movimento nazista austriaco

Hitler aveva pianificato di raggiungere il potere in Austria usando il partito nazista austriaco. Tuttavia, alla fine degli anni Venti e nei primi anni Trenta, il partito nazista austriaco era debole, diviso e inefficace. I membri del partito non erano d’accordo sulla relazione con Hitler e con le controparti tedesche. Tuttavia, nel 1931, la maggior parte dei nazisti austriaci riconosceva Hitler come il proprio leader. Hitler, da parte sua, affidò ad un nazista tedesco il compito di mettere d’accordo il partito austriaco. 

I nazisti austriaci guadagnarono sostenitori tra il 1931 e il 1932 grazie all’aumento della popolarità di Hitler in Germania. Quel sostegno diventò ancora più evidente in Austria dopo la nomina di Hitler a cancelliere nel gennaio del 1933. 

Per anni, la politica austriaca fu caratterizzata da lotte interne e dalla violenza politica. L’ascesa dei nazisti nel 1933 destabilizzò ulteriormente la situazione. Sfruttando il momento, il cancelliere austriaco Engelbert Dollfuss trasformò l’Austria da una repubblica democratica a un regime autoritario di destra sotto il suo controllo. Questo governo è noto come Stato federale (Ständestaat). È anche conosciuto come stato austro-fascista o regime di Dollfuss-Schuschnigg. Il governo di Dollfuss era diplomaticamente allineato all’Italia fascista e all’Ungheria autoritaria. 

Come per i suoi alleati, l’obiettivo del cancelliere Dollfuss era di annientare la sinistra politica in Austria. Tuttavia, Dollfuss e gli austro-fascisti non erano nazisti.  

La campagna del terrore nazista in Austria, 1933

Le moderne tecniche di propaganda - inclusa l'utilizzazione di immagini forti associate a messaggi semplici e diretti - contribuirono a proiettare Hitler dal ruolo di estremista poco conosciuto

A partire dal maggio del 1933, i nazisti austriaci intrapresero una campagna di propaganda e di terrore, incoraggiata e finanziata dalla Germania. L’obiettivo della campagna era indebolire il regime di Dollfuss facendolo sembrare incompetente. I nazisti organizzarono proteste e scontri con gli oppositori politici e la polizia. I nazisti austriaci usarono esplosivi e lacrimogeni in luoghi pubblici e nelle attività di proprietà di ebrei. 

I tedeschi sostenevano che il governo austriaco trattasse i nazisti austriaci in modo ingiusto. A fine maggio del 1933, il governo tedesco annunciò una sanzione economica nei confronti dell’Austria. Questa sanzione era conosciuta come “1.000 Mark Sperre” e obbligava i tedeschi a pagare una tassa doganale di 1.000 marchi per viaggiare in Austria. Questo atto danneggiò il settore del turismo austriaco, che dipendeva in buona parte dai tedeschi. 

Di fronte al terrorismo nazista, il governo austriaco si prodigò per mantenere il potere e preservare la sovranità austriaca. Nel giugno del 1933, in risposta a un attentato tedesco che aveva provocato diverse vittime, il regime di Dollfuss bandì il partito nazista austriaco e i suoi affiliati. Il movimento nazista diventò quindi illegale in Austria. 

Tuttavia, i nazisti austriaci continuarono a operare illegalmente all’interno del Paese. Molti provarono soddisfazione a trovare modi per sovvertire il bando. Inoltre, molti nazisti austriaci si rifugiarono all’interno dei confini tedeschi, dove crearono un’unità paramilitare nota come Legione Austriaca (Österreichische Legion). I nazisti tedeschi fornirono alla legione la formazione militare. La legione divenne una presenza militare minacciosa che operava sul confine austro-tedesco. 

Il colpo di stato nazista fallito in Austria: luglio 1934

Il 25 luglio 1934, i nazisti austriaci cercarono di rovesciare il governo austriaco. I membri delle SS di Vienna presero il controllo della cancelleria austriaca, dove si riunivano i membri del gabinetto. Durante l’intervento, i cospiratori spararono al cancelliere Dollfuss e lo uccisero, mentre altri presero il controllo della stazione radio nazionale a Vienna e annunciarono prematuramente il colpo di stato. Fuori Vienna, anche altri nazisti si rivoltarono contro il governo.

Tuttavia, la maggior parte degli austriaci rimase fedele al governo. Le forze di polizia e i militari austriaci sconfissero rapidamente i cospiratori e il tentativo di colpo di stato fallì. Il dittatore italiano Benito Mussolini inviò le truppe al confine italiano-austriaco per difendere la sovranità austriaca. Mussolini era amico e alleato di Dollfuss ed era indignato per il tentativo di colpo di stato e per l’omicidio del cancelliere. L’Austria divenne un punto di contesa importante tra Italia e Germania.

Oggi è evidente che fu Hitler a ordinare il colpo di stato probabilmente nel giugno del 1934. Theodor Habicht, il leader del movimento nazista austriaco nominato da Hitler, pianificò il colpo di stato insieme ai nazisti austriaci. 

Quando il colpo fallì, Hitler negò qualsiasi coinvolgimento nella vicenda. Il regime nazista affermò falsamente che il colpo era stato un piano sleale ideato dai nazisti austriaci. Il fallito colpo di stato dimostrò che i nazisti tedeschi avrebbero dovuto aspettare per prendere il controllo dell’Austria. La loro idea era di procedere più lentamente per ottenere il risultato sperato. 

Dopo la morte di Dollfuss, Kurt von Schuschnigg prese il posto di cancelliere e dittatore e portò avanti molte delle politiche autoritarie del suo predecessore. Il governo austriaco arrestò migliaia di nazisti austriaci, tra cui alcuni cospiratori che avevano preso parte al tentativo di colpo di stato.

Isolamento diplomatico dell’Austria

Dopo il fallito colpo di stato, le relazioni tra Germania e Austria diventarono motivo di preoccupazione internazionale. La situazione preoccupava in particolare Mussolini, che inizialmente aveva trattato l’Austria come un intermediario tra l’Italia e la Germania nazista. Tuttavia, l’Italia fascista e la Germania nazista iniziarono ad avvicinarsi tra il 1935 e il 1936. Mussolini iniziò a fare pressione su Schuschnigg affinché cooperasse con i tedeschi. 

Nell’inverno 1937~1938, l’Austria si trovò completamente isolata nel tentativo di affrontare una Germania nazista sempre più aggressiva. La comunità internazionale si mostrò poco interessata a mantenere l’indipendenza dell’Austria. Francia e Inghilterra avevano di fatto già accettato l’unione di Austria e Germania in quanto la consideravano inevitabile. La brutale repressione dei socialdemocratici austriaci da parte del regime di Dollfuss nel febbraio del 1934 aveva fatto sì che l’Austria non avesse molti amici in Francia o in Gran Bretagna. Anche Mussolini non era più un garante affidabile per l’indipendenza dell’Austria. 

L’inizio della fine. L’accordo di Berchtesgaden, febbraio 1938

Il 12 febbraio 1938, il cancelliere austriaco Schuschnigg si incontrò con Hitler. Schuschnigg si aspettava di discutere le tensioni tra Austria e Germania, ma Hitler era già pronto a prendere il pieno controllo dell’Austria e avanzò una serie di richieste, tra le quali: 

  • il coordinamento delle politiche estere e militari dell’Austria e della Germania;
  • la nomina del nazista austriaco Arthur Seyss-Inquart a responsabile delle attività di vigilanza e controllo;
  • la concessione dell’amnistia ai nazisti austriaci imprigionati dal governo austriaco.

Hitler si servì della presenza di diversi generali tedeschi per intimidire Schuschnigg, il quale si arrese e firmò l’accordo, che è noto come Accordo di Berchtesgaden, dal nome della città in cui fu firmato. L’accordo danneggiò la sovranità e l’indipendenza austriaca. 

L’ultimo tentativo di riaffermare l’indipendenza austriaca

Il 9 marzo, il cancelliere austriaco Schuschnigg tentò un’ultima volta di riaffermare l’indipendenza dell’Austria e indisse un plebiscito (referendum) per il 13 marzo 1938. 

Il referendum chiedeva ai votanti di esprimersi a favore o contro l’indipendenza austriaca con il seguente slogan: 

“Per un’Austria libera, tedesca, indipendente e socialista, cristiana e unita! Per la pace, il lavoro e l’uguaglianza di tutti coloro che sostengono il popolo e la patria.” 

Il giorno successivo, la propaganda a sostegno dell’indipendenza austriaca era dappertutto, persino dipinta su strade e marciapiedi. Schuschnigg sperava che il referendum mostrasse alla comunità internazionale che gli austriaci volevano l’indipendenza e predisse che il risultato sarebbe stato di 65% a favore dell’indipendenza e 35% contro. 

Hitler era infuriato a causa del referendum e decise di passare all’azione. 

Cronologia degli eventi: Anschluss, 11~13 marzo, 1938

L'Annessione dell'Austria, marzo 1938

L’Anschluss fu portato a termine nel corso di tre giorni, nel marzo del 1938. Nonostante la minaccia nazista contro l’Austria fosse evidente da anni, la popolazione fu sorpresa e colta alla sprovvista. 

Venerdì 11 marzo 1938

Il giorno 11 marzo Hitler inviò una serie di ultimatum al governo austriaco:

  • annullamento del referendum da parte del cancelliere Schuschnigg;
  • dimissioni del cancelliere Schuschnigg;
  • nomina del nazista austriaco Arthur Seyss-Inquart come nuovo cancelliere da parte del presidente austriaco Wilhelm Miklas. 

Se queste richieste non fossero state accolte, l’esercito tedesco avrebbe invaso l’Austria. Schuschnigg si arrese e la sera stessa la radio austriaca annunciò l’annullamento dell’imminente referendum sull’indipendenza dell’Austria. 

Poco dopo, alle 19:47, il cancelliere Schuschnigg tenne un discorso alla radio che fu trasmesso in tutta l’Austria. Annunciò le sue dimissioni a causa delle pressioni tedesche e diede indicazione ai cittadini austriaci e all’esercito austriaco di non resistere a un’eventuale invasione delle truppe tedesche. Non desiderava combattere una guerra o versare sangue per l’indipendenza dell’Austria.

Pochi minuti dopo le dimissioni di Schuschnigg, le fasce e le bandiere con la svastica apparvero per strada. Gli austriaci tedeschi ora avevano licenza di attaccare i loro avversari politici e gli ebrei senza temere ripercussioni. Presero il controllo degli edifici governativi e sfilarono per le strade brandendo torce, intonando cori, e facendo il saluto nazista. 

I nazisti austriaci presero il potere senza sparare un solo colpo. 

Gli ebrei, gli esponenti di sinistra e i sostenitori di Schuschnigg, terrorizzati, cercarono di lasciare l’Austria. Cercarono di raggiungere i confini del Paese, sperando di arrivare prima che venissero chiusi. Alcuni riuscirono a fuggire, ma la maggior parte rimase intrappolata in un’Austria soggetta a una rapida nazificazione. Schuschnigg rimase a Vienna, dove era stato messo agli arresti domiciliari.

Sabato 12 marzo 1938

Subito dopo la mezzanotte del 12 marzo, il presidente austriaco Wilhelm Miklas si arrese all’ultima richiesta di Hitler e nominò Seyss-Inquart cancelliere dell’Austria. In cambio, Seyss-Inquart annunciò un nuovo gabinetto composto da nazisti austriaci. Si trattava di un passaggio di potere interno causato dalla pressione esterna della Germania nazista. Tuttavia, non era ancora abbastanza per Hitler.

Nonostante gli austriaci avessero assecondato tutte le richieste di Hitler, le truppe tedesche attraversarono il confine del paese la mattina presto, alle 5. Le truppe non incontrarono una resistenza armata, ma furono accolte con saluti e fiori. Gli austriaci diedero il benvenuto a Hitler durante il suo viaggio prima a Linz e poi a Vienna. 

Domenica 13 marzo 1938

Il 13 marzo, il cancelliere nazista austriaco Seyss-Inquart firmò la legge conosciuta come “Riunificazione dell’Austria con la Germania” (“Wiedervereinigung Österreichs mit dem Deutschen Reich”). 

Tuttavia, la parola “riunificazione” era fuorviante. L’Austria non aveva mai fatto parte dell’Impero Tedesco. Questa legge, chiamata anche legge Anschluss, incorporò formalmente l’Austria nella Germania nazista, dando all’Anschluss un’aria legale. 

L’Austria non era più un Paese indipendente. Ora era una provincia (Land) della Germania nazista. I nazisti volevano eliminare tutte le tracce di un’identità austriaca separata da quella tedesca. Nella Germania nazista, l’Austria era inizialmente chiamata con il nome “Ostmark”. In tedesco, l’Austria era (ed è) chiamata Österreich, che significa “Impero dell’Est.” Cambiando il nome, i nazisti avevano degradato l’Austria da impero a provincia. Le riorganizzazioni amministrative che seguirono comportarono altre modifiche del nome e dei confini. Nel 1942, il regime nazista faceva riferimento all’area come Distretti Alpini e Danubiani (Alpen- und Donau-Reichsgaue).

La legge indisse anche un nuovo referendum sul tema dell’unificazione dell’Austria con la Germania nazista. Il nuovo referendum fu programmato per il 10 aprile.

Violenza antisemita durante l’Anschluss 

Reparti d'assalto nazisti montano la guardia all'esterno di un negozio di proprietà di Ebrei, in Austria, poco dopo l'annessione del paese da parte della Germania.

L’Anschluss segnò un terribile punto di svolta per circa 200.000 ebrei in Austria. 

A partire dalla notte del giorno 11 marzo e per le settimane che seguirono, in tutto il Paese si verificarono episodi di violenza in tutto simili a veri e propri pogrom. I nazisti austriaci e parte della popolazione attaccarono, picchiarono e umiliarono gli ebrei; li obbligarono a pulire i bagni pubblici e a eseguire esercizi umilianti. Gli ebrei apertamente osservanti furono presi espressamente di mira. Particolarmente famosi furono i cosiddetti “Reibpartien” (feste della “strofinatura”): i nazisti obbligavano gli ebrei di Vienna a strofinare le strade della città mentre la folla li derideva. In particolare, furono forzati a rimuovere gli slogan politici pro-indipendenza del referendum annullato da Schuschnigg. 

In poco tempo, gli ebrei d’Austria si ritrovarono soggetti alle leggi e alle restrizioni che discriminavano gli ebrei nella Germania nazista. Molti decisero di provare a lasciare l’Austria e a Vienna lunghe code si formarono davanti ai consolati. 

La propaganda nazista e l’Anschluss

I nazisti celebrarono l’Anschluss come il compimento del destino del popolo tedesco, esaltandolo nei discorsi e negli eventi di propaganda. 

Nel suo famoso discorso del 15 marzo, Hitler parlò davanti a una folla immensa nella grande piazza centrale di Vienna: Heldenplatz. Nel suo discorso, Hitler celebrò l’annessione dell’Austria alla Germania nazista. Le riprese e le foto della folla apparvero sui cinegiornali e sui giornali tedeschi. L’obiettivo era mostrare l’entusiasmo degli austriaci per l’Anschluss e quindi giustificare l’acquisizione illegale di un altro paese. Al suo ritorno a Berlino, Hitler fu accolto come un eroe.

Il plebiscito del 10 aprile rappresentò un’altra opportunità per la propaganda nazista. L’offensiva della propaganda nazista a supporto del voto cooptò molte istituzioni e leader austriaci. Tali istituzioni includevano i rappresentanti di due categorie che si erano mostrate particolarmente riluttanti ad unirsi al movimento nazista: la classe lavorativa austriaca e la Chiesa cattolica. Secondo il risultato del referendum circa il 99% del popolo austriaco voleva l’unificazione con la Germania nazista. Tuttavia, a circa 300.000-400.000 persone non fu permesso di votare. Tra queste persone c’erano gli ebrei austriaci, i rom e gli oppositori politici dei nazisti. 

Partecipazione all’Anschluss in Austria 

Molti austriaci diedero il loro contributo per portare avanti la nazificazione del proprio Paese. I funzionari, i soldati e i poliziotti austriaci prestarono giuramento ad Adolf Hitler, durante celebrazioni pubbliche spesso accompagnate da parate. Molte organizzazioni e istituzioni adottarono le idee naziste e implementarono le politiche naziste. Molte espulsero i membri ebrei e licenziarono i dipendenti ebrei. 

I comunisti e i socialdemocratici, i gruppi politici che era più probabile resistessero ai nazisti, erano già stati schiacciati dal regime di Dollfuss-Schuschnigg. Molti membri di questi movimenti vivevano già in esilio. Gli oppositori dei nazisti che rimasero in Austria conobbero presto l’ira della SS naziste e delle forze di polizia. I nazisti istituirono rapidamente gli uffici della Gestapo in Austria per dare la caccia agli oppositori politici.

L’Anschluss come primo passo della conquista dell’Europa da parte di Hitler 

L’Anschluss fu il primo atto di aggressione ed espansione territoriale del regime nazista. Fu un momento di svolta nella politica estera della Germania nazista. La comunità internazionale non intervenne per tentare di fermare l’Anschluss e non punì la Germania nazista per aver violato i trattati internazionali. Pertanto, l’Anschluss è uno dei primi e più significativi esempi dell’approccio arrendevole della comunità internazionale nei confronti della politica estera aggressiva di Hitler. 

L’annessione tedesca dell’Austria rappresenta una violazione importante dell’ordine internazionale post Prima Guerra Mondiale. Appena sei mesi dopo, la Germania nazista creò una crisi nel Sudetenland, una regione della Cecoslovacchia. Nel settembre del 1938, i leader mondiali di Italia, Francia e Gran Bretagna incontrarono Hitler a Monaco per discutere del problema e assecondarono Hitler cedendo la regione alla Germania nazista a condizione che la Cecoslovacchia restasse indipendente. 

Nel marzo del 1939, la Germania nazista violò questo accordò e occupò i territori cechi, tra cui Praga. Inoltre, nel settembre del 1939, la Germania nazista invase la Polonia, un atto di aggressione ed espansione territoriale che diede inizio alla Seconda Guerra Mondiale.