La Resistenza ebraica (Versione ridotta)

Nonostante gli Ebrei costituissero le principali vittime dei Nazisti, anch’essi attuarono varie forme di resistenza contro l’oppressione tedesca, sia collettivamente che individualmente. La resistenza armata organizzata rappresentò la più vigorosa forma di opposizione attuata dagli Ebrei contro le politiche naziste, nell'Europa occupata dai Tedeschi. Civili ebrei opposero una resistenza armata in oltre 100 dei ghetti della Polonia occupata e dell'Unione Sovietica. L’esempio più famoso avvenne nel corso dell'aprile e del maggio 1943, quando gli Ebrei del ghetto di Varsavia si sollevarono, attaccando i carri armati tedeschi con bombe Molotov, bombe a mano e altre armi di piccolo calibro. Ai Tedeschi fu necessario quasi un mese per annientare la rivolta. Prigionieri ebrei si sollevarono contro le guardie in tre campi di sterminio. A Treblinka, nell'agosto 1943, e a Sobibor, nell'ottobre dello stesso anno, prigionieri muniti di armi che erano riusciti a rubare, attaccarono il personale a guardia del campo. La maggior parte dei ribelli venne uccisa dai Tedeschi e dai loro aiutanti. Nell'ottobre del 1944, ad Auschwitz-Birkenau, i prigionieri si ribellarono alle guardie: quasi 250 morirono durante i combattimenti, mentre le SS ne fucilarono altre 200 dopo aver posto fine alla rivolta.

In molti dei paesi direttamente occupati dai Nazisti, o in quelli loro alleati, la resistenza Ebraica si concentrò sugli aiuti e sulle azioni di salvataggio. In tutti i paesi europei che erano stati occupati dai Tedeschi, gli Ebrei si aiutarono l’un l’altro per trovare cibo e nascondigli e per ottenere documenti falsi che avrebbero loro salvato la vita. Nel 1944, le autorità ebraiche in Palestina paracadutarono segretamente in Ungheria e Slovacchia forze addestrate a portare aiuto agli Ebrei che vivevano nascosti. Inoltre, decine di migliaia di Ebrei combatterono nella Resistenza in Belgio, Francia, Italia, Polonia, Jugoslavia, Grecia, e Slovacchia, così come nelle unità partigiane sovietiche. Gli Ebrei nei ghetti e nei campi di concentramento risposero all’oppressione nazista anche con varie forme di resistenza spirituale. Essi tentarono consapevolmente, in diversi modi, di preservare la Storia e la vita comunitaria del popolo ebraico. Queste attività inclusero la creazione di istituti culturali ebraici clandestini; la continuazione in segreto dell'osservanza di feste e riti religiosi; la creazione di un sistema d'istruzione clandestino; la pubblicazione di giornali anch'essi clandestini; la raccolta e la preservazione di importanti documenti.

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