Anche se era originaria della Germania, Helen viveva in Olanda con il marito e la figlia quando i Tedeschi invasero il paese, nel maggio 1940. Helen e suo marito mandarono la figlia a vivere con amici non-Ebrei e poi entrarono anche loro in clandestinità. Vissero trasferendosi da un posto all'altro grazie all'aiuto di un amico non-Ebreo che faceva parte della Resistenza. Il 25 agosto 1944 Helen e suo marito furono arrestati. Furono mandati prima a Westerbork e poi a Auschwitz dove furono separati. Helen lavorò nella fabbrica della I.G. Farben, ad Auschwitz. Helen sopravvisse; lei e sua figlia emigrarono negli Stati Uniti nel 1947.
Mia figlia non sapeva che stava andando in clandestinità. Come ho detto, non aveva ancora cinque anni e mio marito ed io, già più di un anno prima, avevamo deciso, se fosse stato possibile, di mandarla in Inghilterra con uno dei trasporti dalla Germania. Avremmo mandato via la nostra bambina, in un posto in cui eravamo sicuri l'avrebbero accolta bene; e perché no, se così avrebbe potuto sopravvivere e avere una vita felice? C'era una famiglia negli Stati Uniti che era felicissima di accoglierla e così decidemmo che per rendere le cose più facili, o non così dure, non l'avremmo più coccolata o baciata. Lo facemmo entrambi e servì. Quando fu il momento per lei di partire le dicemmo --lei era una bambina molto aperta-- che stava andando a trovare una coppia che non aveva bambini e che sarebbe stata così contenta di vederla. A lei piaceva andare a trovare altre persone. Quando vennero a prenderla, una domenica pomeriggio, e noi non sapevamo neanche come si chiamassero o dove vivessero, quando lei li vide noi le dicemmo "Sì questi sono gli amici che vorrebbero farti vedere dove vivono, che non hanno bambini." E così lei andò e noi la accompagnammo fino al tram e poi le dicemmo addio senza neanche darle un bacio, niente. Quello successe dopo ed è molto personale. E' ridicolo dire che fu difficile perché per tutti quegli anni noi non la vedemmo più... cioè io non la vidi più fino al 1945.
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