A seguito dell'invasione dell'Ungheria da parte dei Tedeschi, avvenuta nel marzo del 1944, Bart venne costretto a trasferirsi nel ghetto istituito nella sua città. Dal maggio al luglio 1944, i Tedeschi deportarono gli Ebrei ungheresi nel campo di sterminio di Auschwitz, nella Polonia occupata. Bart venne deportato ad Auschwitz su un vagone bestiame e fu poi destinato ai lavori forzati in una miniera di carbone. Di fronte all'avanzare dell'esercito sovietico verso il campo di concentramento, nel gennaio del 1945, i Tedeschi organizzarono vere e proprie marce forzate - note come marce della morte - per portare via i prigionieri. Insieme ad alcuni altri, che essendo malati si trovavano nell'infermeria, Bart fu uno dei pochi detenuti a trovarsi ancora ad Auschwitz al momento della liberazione: egli era infatti riuscito a nascondersi nel campo anche dopo che molti altri prigionieri erano stati obbligati a unirsi alle marce ed era così riuscito a sopravvivere fino all'arrivo dei liberatori.
E fu grazie al più grande dei miracoli che riuscii a sopravvivere. C'era... ogni baracca aveva un piccolo capanno di fronte, che era il posto dove il Blockaelteste (il Blockaelteste era il capo della baracca) ...insomma, ognuno di quei capanni conteneva le scatole del pane. Il pane, per essere distribuito, veniva portato in una [grossa] scatola, chiusa con un lucchetto, così nessuno poteva prenderlo. Quella volta lo sportello, cioè la cerniera, era saltata via e così io mi sono nascosto dentro quella scatola, che era al rovescio. Ed ecco che lui entra per cercare qualcosa e comincia a prenderla a calci, la scatola, ma fortunatamente quella è rotolata via. Ero così magro che non ha fatto resistenza, è rotolata via. Da dentro potevo vederlo ed ero sicuro fosse arrivata la mia ora. Questo fu come riuscii a salvarmi. Poi, circa un'ora dopo, quando i Tedeschi se ne erano andati e non c'era più traccia di un Tedesco, cercai di tornare alla mia baracca, ma i Polacchi e gli Ucraini, che non erano stati presi per la marcia della morte, non mi lasciarono entrare. Così mi nascosi tra i mucchi di cadaveri, perché durante l'ultima settimana, quando i crematori non funzionavano più per niente, i corpi erano stati lasciati lì, in un mucchio che era diventato sempre più alto. E allora mi sono infilato in quella pila di cadaveri perché avevo paura che tornassero, o altro. Di notte stavo lì; di giorno invece vagavo per il campo. Insomma, fu così che me la cavai. Poi, il 27 gennaio io fui uno dei primi [a venir salvato]perché Birkenau fu proprio uno dei primi campi a venir liberato. Quella fu la mia via...la mia via per sopravvivere.
We would like to thank Crown Family Philanthropies, Abe and Ida Cooper Foundation, the Claims Conference, EVZ, and BMF for supporting the ongoing work to create content and resources for the Holocaust Encyclopedia. View the list of donor acknowledgement.