Joseph emigrò negli Stati Uniti nel 1933 dopo aver finito l'Università a Leipzig. I suoi genitori e suo fratello avevano lasciato la Germania prima di lui, per trasferirsi in America, dove Joseph frequentò la Columbia University. Dal 1940 al 1943 fu vice redattore per un giornale Ebraico-Tedesco di New York. Nel 1944 egli lavorò per l'ambasciata americana in Inghilterra come analista di propaganda. Si recò poi a Norimberga, come interprete, nel 1946, dove analizzò e trascrisse materiale per i processi di Norimberga, partecipando anche a molti interrogatori.
Tutto il gruppo, con una sola eccezione, mi fece la stessa identica impressione: un'impressione triste e tetra. L'unica eccezione, perché aveva una ... un'intelligenza straordinaria, era Hjalmar Schacht, l'ex presidente della Reichsbank [la banca centrale tedesca]. Lui aveva un quoziente intellettivo molto alto. Davvero. Però, sapete qual'era la cosa strana? Era che voleva essere interrogato - come poi in effetti accadde - da un colonnello che poi andò ... cioè, diventò successivamente ... giudice presso una Corte Distrettuale americana. Schacht era esperto di economia e voleva essere interrogato per mostrare le sue conoscenze e la sua intelligenza; insisteva per essere interrogato da qualcuno al quale potesse rivelare il contributo che lui aveva dato prima alla costruzione e poi alla lenta demolizione, dall'interno, del governo Nazista, fino alla sua totale distruzione. Quest'uomo così intelligente, l'unico con capacità intellettuali superiori—che dava quell'idea, almeno a me—ecco, lui sedeva lì al banco degli imputati del Tribunale Militare quasi come per un nostro sbaglio, come se lo avessimo messo in una compagnia a cui lui non apparteneva veramente. Sembrava dicesse "E' come se ... ecco ... tutto questo non riguardasse me, ma riguardasse solo quell'accozzaglia laggiù. Ed è giusto così, ma io non dovrei essere insieme a loro." Alla fine, venne prosciolto.
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