Irene e suo fratello gemello Rene si chiamavano in effetti Renate e Rene Guttman. Quando i Tedeschi occuparono la Boemia e la Moravia, nel marzo del 1939, la famiglia si trovava a Praga in quanto vi si era trasferita poco dopo la loro nascita. Pochi mesi dopo l'occupazione, alcuni Tedeschi in uniforme arrestarono il padre di Irene: solo molti anni più tardi, Irene e Rene avrebbero appreso che era stato ucciso ad Auschwitz, nel dicembre del 1941. Irene, Rene, e la madre vennero deportati prima nel ghetto di Theresienstadt e poi a loro volta ad Auschwitz, dove i due gemelli vennero separati e usati per esperimenti medici. Anche dopo essere stati liberati da Auschwitz, Irene e Rene non poterono ritrovarsi subito. Il gruppo "Salvare i Bambini" portò Irene negli Stati Uniti nel 1947, dove tre anni dopo poté finalmente riunirsi a suo fratello Rene.
IRENE: Un altro ricordo che ho - subito dopo quello - è che stavo camminando, di notte, nella neve, e nostra madre aveva una valigia che trascinava con fatica. Mi ricordo che non volevo andare, ovunque ci stessero portando. Mi ricordo che lei mi diede uno strattone, sapete, per farmi muovere. E' così che la ricordo, in quei momenti, sapete? Mi ricordo come mi ha tirata per... per...
RENE:Evidentemente io invece camminavo perché non mi ricordo di lei che mi tirasse. Mi ricordo la notte però, e mi ricordo i cani.
IRENE: Sì, sì, c'erano i cani, e abbaiavano. Poi salimmo sul treno.
RENE:Già; mi ricordo bene quel viaggio in treno.
IRENE: Sì, anch'io.
RENE:Insomma, quello era... adesso lo sappiamo... quello era il treno per... per Auschwitz. E il miscuglio di... di caldo, di odori, della gente stipata nel vagone; il poco spazio e la sofferenza di essere così allo stretto... nel vagone. Si sentiva... ecco... si sentiva la gente che moriva, così...
IRENE: Si sentivano quei lamenti e...
RENE:Già, i lamenti; insomma era... era orribile.
IRENE: E siccome ero piccola era ancora più difficile, capite? C'erano tutti questi corpi attorno a me... e mi ricordo che desideravo solo potermi sdraiare.
RENE:Già, giusto: per diverse ragioni non ci si poteva sdraiare
IRENE: Sì, non c'era posto.
RENE:O non c'era posto, o era troppo sporco, ma, insomma, non ci si poteva sdraiare.
IRENE: Non potevi, non c'era spazio. Dovevi rimanere così come eri quando eri salito. E poi... poi però noi non piangemmo.
RENE:No.
IRENE: No, non piangemmo. Eravamo spaventati, ma sapevamo che piangere era una cosa da non fare.
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